sabato 8 giugno 2024
Saša Sokolov – Trittico
sabato 10 dicembre 2022
Punto di fuga – Mikhail Shishkin
La vita è antinomia.
domenica 2 ottobre 2022
Capelvenere – Mikhail Shishkin
sabato 30 luglio 2022
Lazzaro e altre novelle – Leonid Andreev
domenica 12 giugno 2022
La presa di Izmail – Mikhail Shishkin
domenica 20 giugno 2021
Memoria della memoria – Marjia Stepanova
«il libro sulla mia famiglia alla fine non è affatto sulla famiglia, ma su qualcos'altro. In realtà è sul meccanismo della memoria e su ciò che vuole da me.»
sabato 8 agosto 2020
Eugenio Onegin – Aleksandr Sergeevič Puškin
L'Eugenio Onegin è uno dei capisaldi della letteratura mondiale, l'equivalente della nostra Divina Commedia.
Siamo al cospetto di un romanzo in versi che prende le mosse dal romanticismo byroniano (il modello a cui Puškin fa riferimento sembra essere il Don Juan) per reintepretarlo in chiave personale e nazionale, finendo per aprire una strada che porta verso il realismo. Un progetto così ambizioso da apparire sulle prime "troppo poco politico" a chi si attendeva un maggior impegno sociale da parte dell'autore e mi riferisco soprattutto agli ambienti vicini ai decabristi che probabilmente non capirono quanto l'orizzonte dello scrittore fosse più vasto rispetto al loro. Quello che Puškin si propone con l'Onegin è infatti realizzare un'opera di ampio respiro, che non lasci fuori nessuno degli aspetti della vita russa, un poema epico sugli usi e i costumi nazionali visti in rapporto alla cultura occidentale. Politica quindi, ma non solo politica.
E centra perfettamente il suo obiettivo,
componendo un testo di valore inestimabile, una vera e propria enciclopedia
dell'anima russa nella quale troviamo tendenze culturali differenti, aspetti
sociali e tipi psicologici contrastanti che convivono fianco a fianco
armonizzati in maniera sublime.
Inutile entrare nello specifico,
basti dire che personaggi come Onegin e Tatiana sono diventati nel corso del
tempo veri e propri stereotipi.
L'Onegin è un'opera così ricca che diventa per me difficile
sviluppare un ragionamento organico: basta tirare uno qualsiasi dei fili che
compongono il tessuto del romanzo per andare in direzioni diverse, come hanno
fatto tanti scrittori che in maniera più o meno consapevole hanno preso spunto
dall'opera di Puškin (penso ad esempio a come cambiano i caratteri dei
protagonisti, alla loro evoluzione nel corso del romanzo che non può non far
pensare a Dostoevskij).
Tutto nell'Onegin è originale: a partire dalla scelta dell'autore di scrivere
in prima persona ma senza identificarsi direttamente nel protagonista e
scegliendo di rivolgersi direttamente al lettore per esprimere le sue opinioni,
per arrivare alla capacità di inserire nella trama digressioni liriche di
struggente bellezza senza per questo appesantire una narrazione che procede per
contrapposizioni: campagna/città, giovani/adulti, arte/vita, ragione/sentimento
e, soprattutto occidentalismo/slavofilia, la madre di tutte le contrapposizioni russe.
[Fëdor
Michajlovič Dostoevskij]
domenica 19 luglio 2020
Breve storia dei russi – Aleksandr Herzen
"Si rimprovera all’Europa che non può staccarsi dalle sue istituzioni; però gli slavofili non solo non sanno dire come essi pensino di risolvere la contraddizione fra stato e libertà dell’individuo, ma evitano persino di entrare in particolari dell’organizzazione politica slava, di cui non smettono di cianciare. Essi non hanno occhio se non per il periodo di Kiev, e per la comunità rurale. Ma il periodo di Kiev non impedì il sopravvento del periodo di Mosca, né salvò dalla perdita di tutte quante le libertà; la comunità rurale non salvò dalla servitù i contadini. Non vogliamo certo negare l’importanza della comunità, poiché essa è una accolta di uomini liberi, e senza la libertà personale non v’è nulla di solido e durevole. L’Europa, che non conosce quell’istituzione, o l’ha perduta nel corso dei secoli, ne ha compreso l’importanza, e la Russia, che la possiede da un millennio, se ne rende conto solamente da quando l’Europa ha diretto la sua attenzione sul tesoro che nasconde nel suo seno. Si è cominciato ad apprezzare la comunità slava solo da quando il socialismo la sta propagando. Invitiamo gli slavofili a provare il contrario. L’Europa non ha risolto il contrasto fra individuo e stato, ma almeno l’ha messo in discussione. La Russia s’è affacciata al problema dal lato opposto, ma non l’ha risolto neanche lei. La nostra parità comincia solo per l’esistenza di questo problema. Le nostre speranze sono più vive, perché siamo all’inizio; ma una speranza è tale unicamente perché è possibile che non s’avveri mai."
sabato 6 giugno 2020
Tutti i racconti – Clarice Lispector
sabato 30 maggio 2020
47 poesie facili e una difficile – Velimir Chlebnikov
domenica 22 marzo 2020
Zoo o lettere non d'amore – Viktor Borisovič Šklovskij
sabato 14 marzo 2020
Il burrone – Ivan Aleksandrovič Gončarov
Pubblicato nel 1869, Obryv, Il burrone, risulta il terzo degli "Ob" per data di pubblicazione (Obyknovennaja istorija, Una storia comune, è del 1847 e Oblomov del 1859) e, nell'opinione comune, anche il terzo per importanza.