domenica 8 maggio 2022

Teorie della comprensione profonda delle cose – Alfredo Palomba

 


«Alla fine si fallisce tutti. Siamo fisiologicamente destinati al fallimento»

Un aspirante poeta accecato dall'invidia e dal rancore per i successi dell'ex-amico, un blogger "estremo" e disturbato, un donchisciotte mezzo tossico che si improvvisa cavaliere errante, un trentacinquenne con problemi relazionali che finirà a fare il combattente islamista, un piccolo genio dodicenne (topos letterario un po' abusato), questa è la variopinta compagnia di giro che anima le pagine del libro di Palomba, un'opera che si aggira dalle parti del postmoderno e che – a mio avviso – alterna buone idee ad altre meno buone.
Ottimo il titolo, ottima l'idea di base che regge la trama e lo sviluppo della stessa attraverso il racconto di come ognuno dei protagonisti non riesca a rapportarsi con il mondo se non attraverso un filtro che finisce per interpretare la realtà in maniera personale costringendoli, di fatto, a vivere all'interno di una bolla.
Quello che non mi convince è invece il mancato sviluppo dei caratteri: non c'è evoluzione dei personaggi e la storia sembra svilupparsi in modo orizzontale con rari approfondimenti (che peraltro, quando presenti, risultano anche interessanti). Sembra che l'autore voglia dimostrare di saper fare tante cose, forse troppe, con il rischio che non tutto risulta allo stesso livello: eccellente, ad esempio, e ben inserita nel contesto la parte dove viene citato Athanasius Kircher (una tecnica che mescola la finzione con aneddoti storici e che mi ricorda quella di Énard), ma francamente sciatto e al limite del ridicolo il capitolo nel quale Toni e l'editore discutono al tavolino del bar di Paesone.
Ecco, forse è proprio la chiave ironica verso cui vira il romanzo la cosa che mi ha convinto di meno, come se Palomba stesso ad un certo punto scegliesse la strada più semplice, decidendo di non prendersi troppo sul serio, di non crederci fino in fondo.

domenica 24 aprile 2022

Dolori precoci – Danilo Kiš



Libro che apre la cosiddetta "trilogia dell'infanzia" e definito dallo stesso autore come "schizzi di un block notes, naturalmente a colori", Dolori precoci proietta una luce lirica sul passato, trasformando in bozzetti delicati e malinconici i ricordi di un mondo trascorso e sepolto dagli anni.
Momenti della giovinezza, ma anche gesti, colori, sapori… che per qualche motivo sono rimasti impigliati nella rete della memoria e ora si fanno metafora e diventano musica.
Dolori precoci è un libro che parla dello stupore del bambino al cospetto della prepotente bellezza della Natura e insieme della sua caducità. Un libro sulla vita e sull'infanzia perduta, un'epoca in cui tutto è ancora possibile, un interregno nel quale la realtà confina con la fantasia e i due territori si mescolano.




sabato 9 aprile 2022

Rogozov – Mauro Maraschi


 

«Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti» (Cit.)


Con Ruggero Gargano, il protagonista di Rogozov, Mareschi tratteggia perfettamente la figura dell'antieroe contemporaneo. Ne fotografa lo smarrimento, le contraddizioni tra pensiero e azione, l'accettazione di ideologie estemporanee. Ne segue il percorso tortuoso, la parabola sghemba alla ricerca di punti di riferimento impossibili da trovare nella "liquidità" della società moderna. 
Un individuo ormai scisso in due, quanto scollato dalla realtà, questo è Gargano.
«Non tutti si possono salvare» ha detto. «Alcuni partono male, fin da subito, per cui non troveranno mai un equilibrio che non hanno mai avuto. Altri invece magari partono bene, ma poi gli succede qualcosa, […] la loro vita deraglia, cercano di sistemare le cose ma è on ogni caso la inutile, stanno sbagliando di nuovo, e da quel momento tutto quello che fanno non è mai un'azione in sé ma sempre un tentativo di riparare a un errore, un errore che è la conseguenza di un errore che è la conseguenza di un altro errore, e così via, all'infinito."
Gargano è uno strano individuo che abbina capacità di analisi e incapacità di passare dalla teoria alla pratica. Uno sconfitto abitato da un'aggressività che fatica a tenere a freno, una tensione auto-distruttiva che finirà per esplodere.
Una figura ingombrante, che finisce per trascendere il libro che la contiene e assumere una vita propria, dando l'impressione di andare oltre le intenzioni dell'autore, di scavalcare il recinto nel quale era stato confinato, come un Don Chisciotte del terzo millennio.
Rogozov è un'ottima opera prima, non priva di qualche difetto: la scrittura è forse troppo semplice, ho trovato eccessivo il tentativo di eliminare il più possibile aggettivi e avverbi per dare ritmo alla trama, così come troppo schematica mi è sembrata la costruzione dei singoli capitoli. Peccati veniali, che nulla tolgono alla grandezza di Ruggero Gargano.
«La vita è una sequenza di errori, e anche quando ci sembra di aver fatto la cosa giusta in realtà si è trattato di un errore fortunato».



sabato 2 aprile 2022

Non è mezzanotte chi vuole – António Lobo Antunes



«a che serve il passato, non siamo sicuri se sia esistito o se ci abbiano fornito immagini che immagazziniamo nella speranza di ottenere quel che si chiama vita»

Un altro grande romanzo polifonico, un altro nodo dell'ordito che Lobo Antunes tesse instancabilmente da oltre quarant'anni, un'altra opera che chiama il lettore a dialogare con lo scrittore per superare la realtà e andare per mano in un altrove nel quale fatti, sogni, memoria e suggestioni hanno pari dignità.
Una trama essenziale: una donna che torna nella casa al mare di quando era bambina, un fine settimana che è una resa dei conti con passato e presente. Non è mezzanotte chi vuole è una lunga ellissi, un soliloquio che mescola i piani temporali, un vento caldo che avvolge i ricordi.
Nominare lo cose, richiamare i gesti antichi, raccontare i fatti per farli rivivere.
Le storie di Lobo Antunes hanno lo stesso sapore del sangue delle ferite che ti provocavi da bambino, lo stesso dolore dolce, il gusto struggente della malinconia.
Una scrittura ipnotica, che tiene insieme tutto e contemporaneamente si espande in mille direzioni. Le ripetizioni, continue, sono come la risacca del mare, onde lunghe che carezzano la riva sussurrando parole che subito cancellano per ripetere un attimo dopo. Un flusso, una musica, andare e venire che imita il ritmo della vita, provando a riprodurre i meccanismi con cui la nostra mente associa pensieri, fantasie e ricordi elevando il romanzo a unico metro in grado di misurare la verità.

sabato 19 marzo 2022

Teoria della prosa – Ricardo Piglia



Esegesi onettiana

Interessante trascrizione di nove lezioni tenute da Piglia all'Università di Buenos Aires nel 1995 nelle quali l'autore è il Virgilio che ci guida alla scoperta dell'universo letterario onettiano. Un'esegesi attenta, rigorosa e appassionata dell'opera del grande maestro uruguaiano che conferma la grandezza di Piglia come critico, peraltro già abbondantemente emersa tra le pagine di Respirazione artificiale.
C'è un'analisi della "forma" letteraria che caratterizza le opere di Onetti, la nouvelle, con le particolarità che la differenziano dal romanzo classico e la avvicinano al racconto (la nouvelle, per Piglia, è un "iper-racconto") e un'analisi della struttura, dalla quale emerge come il narratore sia spesso lontano dalla storia e racconti fatti già accaduti, che sembrano mancare sempre di qualcosa, non riuscendo mai a raggiungere il "segreto", che è ciò attorno a cui gira la trama.
Nelle opere di Onetti il narratore non è mai onnisciente e il suo è un lungo raccontare e raccontare di nuovo che invece di indicare la strada finisce per aggiungere ambiguità, aprendo la porta a nuove ipotesi, moltiplicando la trama in un dedalo di sotto-trame che a forza di riflettere la realtà la modificano allontanandoci sempre più dal centro.
Attraverso esempi e confronti con l'opera di altri mostri sacri della letteratura (Henry James, Arlt, Faulkner, Borges) Piglia descrive l'immaginario onettiano come qualcosa che non è di alternativo alla realtà ma che nasce da un disordine del quotidiano e si interseca con esso, generando un sistema di specchi, un gioco pericoloso e affascinante nel quale i due aspetti, reale e fantastico, spesso convivono nei personaggi.

P.S.: Teoria della prosa è un testo fondamentale per tutti gli amanti della prosa dello scrittore uruguaiano e risulta evidente come, nella querelle Borges-Onetti, Piglia si schieri dalla parte di quest'ultimo.