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domenica 29 aprile 2012

II


Una mattina di maggio, poca gente sul molo.
C'è una partenza da celebrare, un pensiero da consegnare.
Un sole pigro saluta le promesse del giorno,
voci di marinai scivolano sulla banchina.
Ogni cosa è in ordine,
tutto sembra chiaro e definito,
ciò che si vede è ciò che è,
non ci sono segni da decifrare.
La mano di un bambino scrive sull'acqua,
le mie mani affidano ad altre mani un pacchetto di parole:
poche sillabe, impossibili da equivocare.

Si levano le ancore, il viaggio sarà breve.
Dal mio porto al tuo, un braccio di mare compreso in uno sguardo,
dal mio porto al tuo, c'è un pensiero da consegnare.
Si gonfiano le vele, 
la nave scivola sull'acqua 
e mentre va tutto cambia
e la nave non è più la stessa nave.

Si va per il Mare della Relazione, che porta fuori dal sé,
che unisce e che divide,
che mescola le carte e diluisce le certezze.
Le parole si confondono, si svuotano e poi si riempiono
e quello che prima era certo ora è solo possibile.

All'arrivo è trascorso poco tempo dalla partenza, eppure è notte fonda.
Una luna sussiegosa risplende 
troppo lontano per accendere il mare nero.
Il pacchetto di parole passa attraverso mani
che lo consegnano nelle tue.
Quando lo apri scopri che contiene un pensiero
che è quel che è,
non quel che avrebbe dovuto essere.

Ma questo tu non lo sai e non lo saprai mai
e neppure io,
che te l'ho inviato.

[Xenia Dubinina: "Dialoghi afasici"]

domenica 19 febbraio 2012

I



Sì, le avevo detto.
Sì, le avrò detto un milione di volte.
Ho sempre cercato di accontentarla. Sembrava felice.

Sì, mi diceva.
Ma io non sapevo mai cosa pensasse davvero.
Sì, dicevano le parole. Ma gli occhi... quelli scivolavano via: né accesi, né spenti.

Eppure io c'ero sempre per lei:
a versare parole suoi suoi silenzi,
a colorare le parti del foglio che rimanevano bianche,
Ad aprire le finestre per dare luce al buio,
ad annodare i fili che si erano rotti.
A nascondere le ombre nel fondo dei cassetti.

Sì, lui c'era sempre.
Ad aprire le finestre per far entrare la vita e lasciar uscire i sogni.
A ricucire la tela, a riparare, ad ordinare.
Sì, lui era bravo ad aggiustare le cose,
quello che non sapeva fare era accendere la luce.

Non capisco perché è successo, è questo che mi fa più male.

Non capiva, è questo.

[Xenia Dubinina: "Dialoghi afasici"]

sabato 20 febbraio 2010

VI



Mi hanno detto: quello che dici, devi dirlo con il cuore
Ma anche: quello che dici oggi, domani potrebbe non essere più vero
E poi: non è importante quello che dici, ma come lo dici
Mi ripetevano: quando dici qualcosa,devi anche essere in grado di dimostrarla                                                                           
Prima di parlare pensa alle conseguenze che potrebbero avere le tue parole                                                                                          E' tutto nelle pause, più che nelle frasi
No, è tutto nello sguardo più che nelle parole
Quello che dici è un conto, poi bisogna considerare quello che capiscono gli altri
A volte si capisce più da un'espressione del volto che da tante parole
Non avere paura di dire quello che pensi
Pensaci bene prima di dire qualcosa
Quello che dici è importante, ma a volte conta di più quello che 
non dici.                                                                                             

[Xenia Dubinina: “Dialoghi afasici”]