Visualizzazione post con etichetta Banville. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Banville. Mostra tutti i post

sabato 13 dicembre 2014

John Banville - Il mare



Una casa di villeggiatura al mare e i ricordi di Max Morden, storico dell'arte, recente vedovo, voce narrante del romanzo.
Max Morden come Pierre Bonnard, il grande pittore del quale sta scrivendo una monografia: entrambi riservati, amanti dell'intimità, quasi ripiegati su se stessi, accomunati dal dolore della perdita della donna amata alla quale cercano di rimanere legati uno attraverso la pittura e l'altro con la memoria.
Il bisogno di raccontare il dolore, di recuperare il passato per non lasciarlo scivolare via. Il ricordo dei sogni, delle potenzialità dell'infanzia, della scoperta dell'amore accompagnata dall'esperienza della morte (l'eterno abbraccio Eros/Thanatos) mescolato con la malinconia e la disillusione del presente.
Fotografie del passato che scorrono, una storia carica di emotività raccontata con una scrittura forse un po' "datata" e un uso della metafora a volte ridondante, che producono uno strano effetto, un'algida eleganza che attrae e respinge alle stesso tempo (come l'onda del mare?).


domenica 16 novembre 2014

Dall'altra parte dello specchio


"Qualche volta in passato, in momenti di inspiegabile trasporto, nel mio studio, forse, seduto alla scrivania, sprofondato nelle parole, per quanto potessero essere spregevoli - infatti a volte perfino l’uomo mediocre è ispirato - avevo avuto l’impressione di penetrare la membrana della pura coscienza per raggiungere un altro stato, che non aveva un nome, in cui non vigevano le leggi normali, dove il tempo si muoveva in modo diverso, posto che si muovesse, dove non ero né vivo né il contrario eppure ero più incisivamente presente di quanto avrei mai potuto esserlo in quello che chiamiamo, perché costretti, il mondo reale."

[John Banville: "Il mare"]