domenica 19 maggio 2024
António Lobo Antunes – Il manuale degli inquisitori
domenica 29 ottobre 2023
Dizionario del linguaggio dei fiori – António Lobo Antunes
lunedì 1 maggio 2023
Le navi – António Lobo Antunes
sabato 2 aprile 2022
Non è mezzanotte chi vuole – António Lobo Antunes
giovedì 6 gennaio 2022
Sopra i fiumi che vanno – António Lobo Antunes
"Quello che conta è il libro come un tutto, e ciò che conta di più non sono nemmeno le parole scritte, ma quello che sta tra le parole, gli spazi bianchi. A parte questo, il libro non è qualcosa che deve essere letto, è un oggetto che ascolta. Siamo noi lettori che parliamo con lui. Il libro è qualcosa che mettiamo contro un orecchio per udire il rumore del mondo. Il mio compito è solo scrivere, non fornire spiegazioni, soprattutto perché non le possiedo. Non ho soluzioni, né chiarimenti, né rimedi. Ho solo libri".
[da un'intervista di António Lobo Antunes al premio Nonino 2014]
domenica 11 ottobre 2020
Lo splendore del Portogallo – António Lobo Antunes
Il migliore sulla piazza
Lo
splendore del Portogallo rappresenta
uno degli apici della bibliografia di Lobo Antunes, una perfetta macchina per
catturare il vento della memoria, uno strumento in grado di restituirci la
storia di una famiglia di ex coloni portoghesi in Angola attraverso folate di
ricordi, immagini, brandelli di dialoghi, riflessioni dei protagonisti.
Materiali difformi, frammenti
disarticolati che prendono significato nel corso del racconto e vanno a formare
tessere di un mosaico che pian piano prende vita nell'immaginazione del
lettore.
Quella di Lobo Antunes è una
scrittura avvolgente e lo stile è quello a cui ci ha abituato negli altri
romanzi: frasi lunghissime con la maiuscola che apre il paragrafo e il punto
che spesso compare solo alla fine, sovrapposizione dei piani temporali, uso di
reiterazioni che danno un ritmo quasi ipnotico al racconto, portandolo verso un
territorio che sembra quello sospeso tra sonno e veglia, alternanza delle voci
narranti che di sovente si sovrappongono anche nello stesso paragrafo lasciando
al lettore il compito di identificare chi sta parlando cercando di riconoscerlo
dalle sue parole (compito non semplice, considerando che spesso lo scrittore
segue due o più tracce contemporaneamente). Aggiungo che spesso nei dialoghi la
voce narrante pensa ad altro rispetto a ciò che sta dicendo e a volte nel corso
del racconto nascono idee repentine che portano il corso della narrazione in
un'altra direzione…
Una prosa respingente? No,
piuttosto una prosa difficile, che richiede attenzione ma che la ripaga con gli
interessi. Lobo Antunes è stato psichiatra e credo che la sua formazione
professionale non sia indifferente allo stile letterario che ha costruito e
affinato nel corso degli anni e che sembra ricalcare in chiave letteraria i
complessi meccanismi della mente. Tutta la sua ricerca ruota intorno al tema
del ricordo, personale ma anche nazionale; la memoria è fatta di immagini che
non hanno successione lineare né gradi di importanza ma sono fotografie che si
sovrappongono, alcune messe a fuoco perfettamente e altre - la maggior parte -
sfuocate, fotografie che ritraggono momenti importanti dell'esistenza ma anche
fatti minimi, apparentemente insignificanti, che per ragioni più emotive che
logiche hanno lasciato una traccia duratura.
Il passato è il punto di
osservazione scelto da Lobo Antunes per parlarci degli uomini, e Lo splendore del Portogallo è un libro
duro, pervaso da un costante senso di fatalismo, che tratta dello sfacelo di
una famiglia sullo sfondo dello sfacelo dell'impero coloniale portoghese in
Africa, un libro sulla mancanza di amore, sul cinismo e sull'avidità.
Il passato è il tempo nel quale le
cose sono accadute e il presente è il tempo del ricordo. La riconciliazione che
cerca Carlos, il protagonista del libro, con la famiglia e con se stesso è
impossibile perché tutto è già successo e ora non rimane più spazio per nulla.
Non è possibile riavvolgere il nastro e riscrivere la storia ma solo farla
rivivere con la memoria senza comprensione o compassione, forse solo pena.
Heróis
do mar, nobre povo,
Nação
valente, imortal,
Levantai
hoje de novo
O
esplendor de Portugal!
(A Portoguesa)
sabato 3 ottobre 2020
La macchina per fabbricare spagnoli – Valter Hugo Mãe
Un altro libro che testimonia la vitalità della letteratura portoghese contemporanea. Mãe è uno dei semi germogliati nel solco fecondo lasciato dai Pires, Saramago e Lobo Antunes, uno scrittore che stilisticamente mostra di aver acquisito la lezione saramaghiana, limitando le interpunzioni ai soli punti e alle virgole e riducendo al massimo l'uso delle maiuscole, applicandola a una trama originale raccontata in prima persona da un ottuagenario, António, appena entrato in una casa di riposo.
Se qualcuno cerca il ritmo, l'azione,
le avventure rocambolesche e i colpi di scena, è bene che si tenga alla larga
da queste pagine. Qui succede poco, pochissimo, la scena è limitata alle
quattro mura dell'edificio e alle chiacchiere di un gruppo di anziani. Ma che
anziani! I personaggi descritti da Mãe sono lontanissimi dagli stereotipi del
vecchio ai quali siamo abituati e si portano dietro storie affascinanti: da
quella della signora Marta, in perenne attesa di una lettera da parte del
marito che in realtà l'ha abbandonata da anni, a quella della signora Leopoldina
e della sua unica notte di passione con un giocatore del Benfica, a quella di
João Esteves ("Esteves senza metafisica") che ispirò a Pessoa la Tabaccheria.
Il protagonista del libro è un
uomo dall'animo diviso tra materialismo e immaginazione: António si sforza
spesso di indossare la maschera del cinismo per difendersi dalla sensibilità
che sente affiorare e che non vorrebbe mostrare agli altri, ma le sue
contraddizioni non sono altro che le nostre. La scelta di un uomo anziano come
protagonista permette all'autore di ampliare il campo delle sue riflessioni:
dal senso della vita, di Dio e della morte alla nostalgia del passato ("abbiamo
paura di questi tempi nuovi, non sono i nostri tempi, e abbiamo bisogno di
difenderci. Quando diciamo che una volta era meglio è solo per nostalgia, in
realtà vogliamo dire che un tempo eravamo giovani, è nostalgia di noi
stessi"), fino al ricordo passando dalla sfera personale a quella generale
e affrontando il passato salazarista della nazione (e la macchina che nega
l'identità portoghese ne è un chiaro riferimento) e il senso di colpa
individuale che i portoghesi si portano dietro e del quale António, con i suoi
scheletri nell'armadio e il suo atteggiamento auto-assolutorio ("un
brav'uomo che, per pura casualità, era fascista"), rappresenta un perfetto
esempio.
domenica 20 settembre 2020
L'angelo ancorato – José Cardoso Pires
"Selvaggi. Cani, raffinati cani"
"L'angelo
ancorato non è una fabula a
sfondo sociale ma semplicemente una fabula" scrive Cardoso Pires nelle
pagine finali di questo romanzo breve. Bene, non fidatevi delle parole
dell'autore perché sotto una trama sottile e una scrittura (fintamente?)
semplice è nascosta una riflessione sul Portogallo della fine degli anni '50
che va oltre le apparenze.
La storia è quella di una coppia
di amici, forse amanti, e di una gita fuoriporta a bordo di un'auto fiammante:
lui trascorrerà il pomeriggio a fare pesca subacquea e lei attenderà fumando.
Sullo sfondo un gruppo di personaggi minori: un bambino che vende centrini, un
"vecchio vecchio" che insegue una pernice per farne la sua cena, un
gruppo di persone al bar.
Un racconto di un centinaio di
pagine che corrono via veloci ma a soffiare sulla cenere dell'apparenza si
scopre che sotto c'è un fuoco che brucia e ci parla degli intellettuali e del
loro modo di confrontarsi con la parabola salazarista nel momento in cui essa iniziava
a declinare, del loro rapporto con il paese, con un mondo con il quale faticano
ad entrare in contatto.
Il linguaggio è il primo strumento
che Cardoso Pires utilizza per caratterizzare ognuno dei personaggi e
dimostrarci come siano lontani uno dall'altro, e come soprattutto la lingua e
il pensiero dei due protagonisti li pongano su un livello distante da quello
della gente comune. Protagonisti che a loro volta esprimono due aspetti diversi
dell'intellettuale portoghese: João rappresenta il disilluso, quello che ha
creduto nel cambiamento fino a quando ha visto naufragare le speranze e ora indossa
la maschera del cinico, Guida è il suo contraltare, l'angelo ancorato che prova
a difendere il suo sogno, scontrandosi con una realtà con la quale è necessario
scendere a compromessi e finendo per incartarsi nell'accettazione di una vita
vissuta giorno per giorno. Il secondo strumento sono i simboli attraverso i
quali l'autore trasforma la fabula in qualcosa che sembra più vicino a un
apologo: l'auto sportiva che sfreccia nel Portogallo più arretrato, la lotta
della pernice verso la libertà e quella del vecchio per il cibo, il
"mero", sorpreso da João mentre dormiva, essere "rispettato e
maestoso" finché si trovava in fondo al mare ma poi sconfitto in uno
"scontro impari e privo di gloria".
"Quando in un paese non è
permesso agire ci si accontenta di pensare, che magnifica soluzione." –
chiosa ad un certo punto, sarcasticamente, João e proprio questo sembra essere
il nodo cruciale intorno al quale gira la storia: la comoda sublimazione di una
situazione da parte di un'intera classe intellettuale pronta a deporre le armi
senza averle mai davvero imbracciate.
"Cosa fai domani?"
"Non lo so. E tu?". Sono le parole che chiudono il romanzo, specchio
di una passività travestita da impotenza che finisce per risolversi in comoda
autoassoluzione. Una passività che Cardoso Pires condanna, un'abdicazione al
proprio ruolo che l'autore stigmatizza attraverso le parole affilate di un
oste, un uomo del popolo, che nel momento in cui João e Guida sfrecciano sulla
loro decapottabile rossa attraverso il paese rischiando di investire un
ragazzino non può far altro di apostrofarli come "Selvaggi. Cani,
raffinati cani".
sabato 11 luglio 2020
Libro – José Luis Peixoto
sabato 27 giugno 2020
Nessuno sguardo – José Luis Peixoto
sabato 25 aprile 2020
Una casa nel buio – José Luís Peixoto
sabato 18 aprile 2020
Questa terra ora crudele – José Luís Peixoto
sabato 23 novembre 2019
António Lobo Antunes – La morte di Carlos Gardel
domenica 23 giugno 2019
António Lobo Antunes – L'ordine naturale delle cose
domenica 2 giugno 2019
António Lobo Antunes – Trattato delle passioni dell'anima
domenica 10 febbraio 2019
António Lobo Antunes – In culo al mondo
La guerra come spartiacque dell'esistenza dell'autore/protagonista e che separa un prima, quello della giovinezza e dell'innocenza, da un dopo che è consapevolezza del male.