Enrique Vila-Matas – Dublinesque
(trad. Elena Liverani)
Feltrinelli (I ed. 2010)
La letteratura non è morta.
La storia di Samuel Riba, editore in crisi, che vive l'approssimarsi dei sessant'anni come la fine della sua carriera professionale e insieme di un'epoca. Un matrimonio in crisi, l'incapacità di recidere il cordone ombelicale che lo lega ancora ai vecchi genitori, poca a nessuna vita sociale da quando ha smesso di bere, questi sono gli aspetti principali di un disagio esistenziale che lo attira in un territorio, quello della solitudine, per il quale prova paura e attrazione in egual misura.
Riba è un uomo malinconico, che come il personaggio di un film di Cronenberg "vaga confuso e perplesso per una vita che non comprende" e cerca rifugio nella vita immaginata dei suoi libri, un uomo che non ha mai compreso la natura dell'entusiasmo e che nell'isolamento elabora le sue strampalate e affascinanti teorie. Come quella del "romanzo futuro", che pone La riva delle Sirti a paradigma della letteratura a venire, prima di gettarla in un cestino dell'albergo lionese dove l'aveva partorita, celebrandone metaforicamente il funerale.
Già, il funerale. Il punto verso il quale convergono tutti i suoi pensieri. L'idea di celebrare il funerale della "Galassia Gutenberg: la morte del libro cartaceo, la morte di un certo tipo di cultura, la morte di un mondo. Un funerale da celebrarsi insieme a un gruppo di amici a Dublino per il Bloomsday, secondo i dettami di un sogno quanto mai vivido fatto in ospedale.
Dublinesque è un libro eccezionale: libro di libri, romanzo psicologico, esistenziale, apocalittico, anti-realista…, un libro che unisce Joyce e Beckett (l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine) con Vilém Vok, in una trama che tiene insieme vero e falso in un post-moderno declinato alla spagnola che non risulta per nulla artificioso. Samuel Riba è uno splendido anti-eroe moderno, un personaggio contraddittorio che saprà morire – letterariamente – e rinascere, per "riavvicinarsi al mondo che non può essere quello del cataclisma finale", agli inconvenienti di una vita che risulterà in grado di cambiarlo consentendogli di "vivere un nuovo momento nel centro del mondo". Vila-Matas è uno scrittore esigente, che ci sfida apertamente chiedendoci di uscire dalla palude del conformismo per trasformarci in "lettori attivi", di dimostrarci all'altezza del libri che leggiamo, di non fermarci all'apparenza e di scavare tra le pagine, come dice in un'intervista.
"Il lettore attivo partecipa al libro, lo completa e aiuta lo scrittore con la propria intelligenza, contribuisce in maniera concreta alla buona riuscita del libro stesso. Perché ci mette dentro il proprio sapere e la propria esperienza. Entra in contatto, e spesso anche in contrasto diretto con l'autore, con l'opera che ha scelto di avere tra le mani."