venerdì 30 dicembre 2011

Best book award 2011


La mia classifica dei libri letti nel 2011

Sezione: narrativa

Libri in gara:
Underworld (De Lillo)
Nel segno della pecora (Murakami)
Suttree (Mc Carthy)
Il sorriso ai piedi delle scale (Miller)
L'economia delle cose (Varvello)
Dove l'acqua è più profonda (Keagan)
I racconti di Pietroburgo (Gogol)
La partita di calcio più bella del mondo (Genta)
Il suo vero nome (D'Ambrosio)
Chronic City (Lethem)
Dove sono andati a finire i soldi (Canty)
Voci dalla luna (Dubus)

Canto della neve silenziosa (Selby Jr)
Le cime di Pietroburgo (Butkov)
Bere caffè da un'altra parte (Packer)
Il parco di Puskin (Dovlatov)
Il mito di Pietroburgo (Lo Gatto)
Piccoli eroi (Gurganus)
La coda (Sorokin)
La prima antologia del calcio astrale (AAVV)
Propaganda monumentale (Vojnovic) 

Fuori competizione i classici (Gogol e Butkov), La prima antologia del calcio astrale e il libro di Héctor Genta (per conflitto di interessi), se la giocano Underworld, Suttree, Il suo vero nome, Chronic City, Dove sono andati a finire i soldi e Propaganda monumentale. 
In finalissima con Il suo vero nome ed Underworld, la spunta per un'incollatura:
Dove sono andati a finire i soldi.

Sezione: poesia

Libri in gara:
La distrazione (Inglese)
Le api migratori (Raos)
La divisione della gioia (Testa)
Fedeltà (Paley)
Sinossi dei licheni (Cerrai)
La poesia di San Pietroburgo (Kushner)
Canti dell'abbandono (Carabba)
La felicità improvvisa (Gibellini)
L'uomo che cammina un passo avanti al buio (Strand)
Percorrere questa distanza (Saenz)
Le terre emerse (Pusterla)

Fuori competizione Mark Strand, si aggiudicano la vittora ex aequo:
Percorrere questa distanza e Le terre emerse


lunedì 26 dicembre 2011

L'idea



Anche per noi esisteva un desiderio di possedere
qualcosa oltre al mondo a noi noto, oltre noi stessi,
oltre quanto sapevamo immaginare, qualcosa in cui
nondimeno potessimo riconoscerci; e questo desiderio
veniva sempre di sfuggita, nella luce che svaniva, e
in un freddo tale che il ghiaccio sui laghi della valle
si spaccava e si rovesciava, e la neve soffiata dal vento
copriva tutta la terra che riuscivamo a vedere,
e le scene del passato, quando riaffioravano,
non apparivano più come una volta, ma spettrali
e bianche fra false curve e cancellature celate;
e neppure una volta sentimmo di essere prossimi
finché il vento notturno non disse: "Perché farlo,
specialmente adesso? Tornate da dove venite";
e allora apparve, con le finestre accese, piccola,
lontana tra gli anfratti di ghiaccio, una baita;
e ci fermammo lì davanti, stupefatti dal suo essere
lì, e ci saremmo fatti avanti ad aprire la porta,
e saremmo entrati nel lucore a scaldarci, lì,
se non fosse che era nostra proprio non essendo
nostra, e che doveva restare vuota. Quella era l'idea.


[Mark Strand: "L'uomo che cammina un passo avanti al buio"]

sabato 24 dicembre 2011

se la vita emotiva delle persone fosse solo razionale...

Di recente, tirando fuori tutto questo, ho deciso: se la vita emotiva delle persone fosse solo razionale - se "risultasse" come un'operazione algebrica - allora nessuno di noi avrebbe mai bisogno di ascoltatori attenti o di psichiatri. Risolveremmo tutto con il commercialista. Gli porteremmo un'annata intera di ricevute, prove oggettive e dolore. Ci passeremmo insieme un paio d'ore in un bell'ufficio e alla fine il tipo che abbiamo ingaggiato potrebbe limitarsi a spingere il tasto del Totale e noi, i suoi clienti, ci sentiremmo di nuovo puliti, saldi e riabilitati. Bravo chi ci riesce.

[Allan Gurganus: "Piccoli eroi"]

domenica 18 dicembre 2011

Strenna natalizia!





E' uscita da pochi giorni l'Antologia del calcio astrale, primo ebook della casa editrice Cletus production. 
L'antologia raccoglie i racconti di un gruppo eterogeneo di scrittori (Cletus Alfonsetti, Stefano Amato, Martino Baldi, Marco Candida, Marco Crestani, Samuele Galassi, Franz Krauspenhaar, Antonio La Malfa, Héctor Genta, Giuseppe Manfridi, Mauro Mirci, Gianni Montieri, Mario Pischedda, Paola Ragnoli, Ezio Tarantino, Rocco Traisci) sul tema del gioco del calcio. La prefazione è di Enrico Vaime. 
Qui è possibile acquistare l'ebook.   

P.S.: scusa Héctor, ma nella raccolta c'è anche un tuo racconto. Ho rivisto io la bozza e poi l'ho spedito senza avvisarti. Non te la prendere (anche se è già la seconda volta che lo faccio...)

venerdì 9 dicembre 2011

L'inganno delle parole

Così gli uomini concepiscono diversissime idee di una stessa cosa, ma esprimendo questa con una medesima parola, e variando anche nell'intender la parola, questa seconda differenza nasconde la prima. Essi credono di esser d'accordo, e non lo sono. Pensiero importantissimo, giacché si deve riferire non solo alle idee materiali, ma molto più alle astratte (che tutte in fine derivano dalla materia) e agli stessi fondamenti della nostra ragione.

[G. Leopardi: "Zibaldone"]

domenica 4 dicembre 2011

"Global class" (i nuovi alchimisti)


Ogni tanto, nella storia, ci troviamo di fronte all'emergere di nuove classi produttive. Nel caso della "new economy", in verità, "produttive" non è l'aggettivo adatto, perché esse non si applicano affatto alla produzione. Diciamo che sono nuove forze economiche e sociali, che hanno a che fare con le tecnologie dell'informazione. E' un dato costante della Storia che questa nuova classe scopra che le istituzioni tradizionali sono un ostacolo al suo sviluppo, e che dunque ritenga che esse debbano essere distrutte o ignorate.
Qualcosa del genere sta verificandosi oggi. L'esplosione della information technology ha fornito grandi e nuove opportunità a un determinato numero di persone: una categoria di persone che sta creando un nuovo mondo e che, lungo la strada, sta diventando molto ricca. E' un gruppo sociale estremamente interessante. Viaggia molto, varca costantemente le frontiere, perfino quando è bloccato nelle business lounge di un aeroporto le varca parlando incessantemente al telefonino. Non credo che oggi  più dell'1% della popolazione faccia parte di questa global class in senso stretto, ma un enorme numero di persone vi gira intorno, ne è ispirato nei proprio comportamenti economici o culturali, ne imita le mode, i gusti e i tic, perché è essa che fissa i trend, indica la direzione, esercita l'egemonia culturale.
Per loro è naturale tentare di eludere e di sfuggire alle istituzioni tradizionali della democrazia. Tra i loro valori c'è la meritocrazia, e un'aspirazione di lungo periodo alla sostenibilità dello sviluppo. Tutto ciò che è "globale" è buono per loro. Ciò che davvero non amano è la dimensione nazionale. Con la dimensione "locale", invece, mi sembrano in pace, non in conflitto: li contraddistingue l'amore per la natura, per una casa in campagna, per il paesaggio che li circonda, per i cibi sani e i mercati rionali. Quello che invece considerano un orribile e anacronistico ostacolo sono i governi nazionali e le loro leggi.
L'affermarsi di questa "classe globale" produce inevitabilmente una lacerazione della tradizionale solidarietà sociale, determinando nuove disuguaglianze. Il problema della "classe globale" è che un sacco di gente non ne fa parte e viene lasciata indietro. La creazione di nuove ineguaglianze è ovviamente una caratteristica di ogni sviluppo capitalistico. Avvenne anche agli albori della società industriale. Con una differenza: i poveri di allora erano necessari come forza-lavoro ai capitalisti; i poveri di oggi, invece, non sono necessari alla "classe globale" che nell'ambito della politica nazionale è interessata solo ad ottenere meno regole e meno tasse.

[Ralf Dahrendorf: "Dopo la democrazia"]