Leggo molto. Ogni volta che inizio
un libro fatico un po' ad avvicinarmi a un nuovo stile, al ritmo e alla
struttura della trama. Non sempre è facile prendere rapidamente le misure allo
scrittore che ho davanti e spesso devo tornare più volte su pagine già lette per
riuscire ad entrare nella storia.
Peixoto, da questo punto di vista,
è una lettura particolarmente impegnativa. E stimolante, perché spesso le due
caratteristiche vanno a braccetto. Nessuno
sguardo è un testo paradigmatico della scrittura dell'autore portoghese:
una storia che sembra scolpita nella pietra, ambientata nelle campagne
dell'Alentejo, in un mondo dove il ritmo delle giornate è scandito dal lavoro,
dalla fatica e dalla violenza che fanno da sfondo alle vicende di due
generazioni di pastori. Detta così sembrerebbe la classica saga familiare, con
intrighi, amori e tradimenti, e in effetti queste componenti ci sono tutte, se
non fosse che Peixoto sceglie di trascendere da subito lo scenario rurale nel
quale ha disposto le sue pedine per spostare il racconto sul piano di un
realismo magico di stampo saramaghiano.
I richiami biblici dei quali è
costellata la trama sono così trasfigurati e ci troviamo ad assistere a scene
di vita contadina alle quali partecipano ultracentenari, gemelli uniti per un
dito, il diavolo, un gigante, una prostituta cieca, un'arca dalla quale
fuoriesce una voce e un cane che sa in anticipo quello che succederà… Se a
questo aggiungiamo che si tratta di un romanzo polifonico con sfasamento dei
punti di vista e dei piani temporali, ricco di metafore, ripetizioni, pensieri
che si accavallano e caratterizzato da un timbro che cambia da potente a
soffuso, da apocalittico a malinconico, ce ne sarebbe a sufficienza per mandare
fuori giri la macchina narrativa.
E invece il meccanismo funziona
alla perfezione. Grazie alla prosa poetica con la quale Peixoto interpreta un
romanzo che si regge su una comunicazione visiva più che sulla parola. Le
immagini che l'autore disegna sulla pagina sono così caratterizzate da una
potenza evocativa che le fa "crescere" in maniera da offrire al
lettore la possibilità di interpretarle in maniera personale e costruire così
il suo romanzo. Fondamentale da questo punto di vista diventa la figura dello scrittore
che vive nella casa senza finestre e che rappresenta l'autore del libro,
incaricato di raccontare quello che i protagonisti del libro vivono senza in
realtà vedere davvero.
Nenhum olhar, nessuno sguardo,
appunto. Perché i personaggi trascinano le loro vite senza comunicare davvero,
senza condivisione. Tra loro c'è troppo spazio e così non trovano le parole per
dirsi le cose, per dichiarare i loro sentimenti: guardano ma non vedono.
Nessuno
sguardo è un'epica tragica e
commovente dominata dalla solitudine, dal silenzio e dall'inevitabilità di un
destino condannato a ripetersi nel tempo ed al quale è vano provare a
sottrarsi. Speranza è una parola della quale si è perso il significato e l'uomo
è condannato ad espiare la sua colpa vivendo, ritagliandosi come unico spazio
la possibilità di sognare.