giovedì 20 agosto 2009

Tutto si dimentica o si estingue

Molte cose succedono senza che nessuno se ne accorga nè le ricordi. Di quasi nulla resta traccia, i pensieri e i gesti fugaci, i progetti e i desideri, il dubbio segreto, i sogni, la crudeltà e l'insulto, le parole dette e ascoltate e poi negate o fraintese o travisate, le promesse fatte e non tenute in conto, neppure da coloro a cui sono state fatte, tutto si dimentica o si estingue, ciò che si fa da soli e di cui non si prende nota e anche quasi tutto ciò che non è solitario ma in compagnia, quanto poco rimane di ogni individuo, di quanto poco vi è testimonianza, e di quel poco che rimane tanto si tace, e di quello che non si tace si ricorda dopo soltanto una parte minima, e per poco tempo, la memoria individuale non si trasmette e non interessa chi la riceve, il quale plasma e possiede la sua propria memoria. Tutto il tempo è inutile, non soltanto quello del bambino, o tutto è come il suo, quanto avviene, quanto entusiasma o fa male nel tempo si coglie soltanto per un istante, poi si perde e tutto è sdrucciolevole come la neve compatta.
[Javier Marìas: "Domani nella battaglia pensa a me"]

martedì 18 agosto 2009

domenica 16 agosto 2009

La luce della sera

La sera,
Quegli uccelli che si parlano, indefiniti,
Che si mordono, luce.
La mano che s'è mossa sul fianco deserto.

Siamo immobili da molto tempo.
Parliamo sottovoce.
E il tempo resta attorno a noi come pozze di colore.

[Yves Bonnefoy: "Seguendo un fuoco"]

sabato 15 agosto 2009

L'ultimo raggio di sole


Quello delle sei e mezzo di un pomeriggio di primavera.
Una luce che così forte da risultare quasi fastidiosa, perché arriva sugli occhi in maniera obliqua e li costringe a rimanere semichiusi. Una luce che abbaglia ed insieme affascina.
Una sedia in mezzo al prato, con il sole in pieno viso (il pensiero corre ai vecchi di Santorini, seduti fuori dalle loro case).
Non parli, ascolti.
Le voci degli altri, il cinguettio degli uccelli, il fruscio degli insetti, il rumore del fiume, l’abbaiare di un cane, il silenzio.
Non pensi a nulla, per non distrarti.
Sei lì solo per quello, per prenderti in faccia il sole, per goderti l’ultimo raggio. Assisti impotente al consumarsi del giorno: fra poco non esisterà più nulla, non ci sarà più luce, ancora pochi istanti e sarà buio. Questione di minuti, poi la temperatura si abbasserà e tu ti alzerai svogliatamente da quella sedia, con la certezza che il giorno è morto e che dovrai attendere fino a domani per incontrare di nuovo il sole.
Ma sarà un altro sole, diverso da quello che ti sta carezzando in questo momento.

[Lars W. Vencelowe: "Pensieri, parole, opere ed omissioni"]