domenica 27 settembre 2009

Apparenze


Tutto sembra limpido e in ordine:
le strade e i marciapiedi,
il linguaggio semplice dei semafori,
un vento dolce che passa,
a casa le stanze chiuse,
i panni riposti negli armadi,
i libri ben ordinati
e il verde calmo degli alberi
là dalla finestra.

Ma se guardi bene e ti avvicini, sul dorso delle foglie
scoprirai fasci avvinghiati di nervi
increspati furiosamente e quasi elettrici,
le urla.

[Manuel Forcano]

sabato 26 settembre 2009

L'istante

Amerò questo istante per sè stesso, nella sua freddezza
improvvisa dopo un lungo giro e la pendenza
della strada che sfiora in lontananza l'acqua poco profonda del cielo,
dopo l'albero che sfiora dietro le case il cerchio
invisibile dove ho creduto di posare la mano, in questo istante

[Jacques Reda]

mercoledì 23 settembre 2009

si potrebbe
ascoltare della musica
accendere lo schermo
parlare a qualcuno
si potrebbe
scrivere a un amico
preparare la cena
leggere le avvertenze
si potrebbe
bere il caffè freddo
sbucciare le patate
organizzare la settimana
concedersi un riposo
cambiare le lenzuola
si potrebbe
tagliare le rose sfiorite
fare una passeggiata
caricarsi una pipa
si potrebbe
fare un bagno
vedere il notiziario sindacale
lavare le stoviglie
spolverare
si potrebbe
fare i conti

ma si resta lì


[Antoine Emaz: "Peau]

rimbalzata da http://rebstein.wordpress.com

domenica 20 settembre 2009

Il tranviere metafisico

Ritorna a volte il sogno in cui mi avviene
di manovrare un tram senza rotaie
tra campi di patate e fichi verdi
nel coltivato le ruote non sprofondano
schivo spaventapasseri e capanni
vado incontro a settembre, verso ottobre
i passeggeri sono i miei defunti.
Al risveglio rispunta il dubbio antico
se questa vita non sia evento del caso
e il nostro solo un povere monologo
di domande e risposte fatte in casa.
Credo, non credo, quando credo vorrei
portarmi all’al di là un po’ di qua
anche la cicatrice che mi segna
una gamba e mi fa compagnia.
Già, ma allora? sembra dica in excelsis
un’altra voce.
Altra?

[Luciano Erba: "Poesie 1951-2001"]

sabato 19 settembre 2009

Observatory Mansions


E poi arrivano quelli come Edward Carey.
Ad aprire porte e finestre per cambiare aria, a ridare fiato ad una narrativa che certi giorni sembra stanca, asfittica, avviluppata su se stessa.
Per fortuna ogni tanto ci sono loro, gli Edward Carey,con il loro stile personale, con le loro storie stralunate, surreali, con i loro personaggi delicati, malinconici, fragili.

P.S.: sono solo a pagina 72 di Observatory Mansions, magari alla fine il giudizio sarà diverso, ma l'impressione iniziale è questa