domenica 15 aprile 2012

Furlani il clown


HELENE: Le piace così tanto Furlani?
HANS KARL: Per me quell'uomo è un vero svago.
HELENE: Fa trucchi così abili?
HANS KARL: Ma non fa nessun trucco. Lui è lo sciocco Augusto.
HELENE: Quindi un pagliaccio?
HANS KARL: No, sarebbe esagerato! Lui non esagera mai, non carica mai. Recita la sua parte: è quello che vorrebbe capire tutti, aiutare tutti e così porta tutti nella confusione più grande. Fa i lazzi più sciocchi, la galleria si sganascia dalle risate, e tuttavia mantiene un'eleganza, una discrezione, si nota che rispetta se stesso e tutto ciò che è al mondo, butta tutto all'aria, dove passa lui è tutto sottosopra, tuttavia verrebbe da gridare: “Ma ha ragione!”. […] Vede, Helen, tutte queste cose sono difficili: i trucchi degli equilibristi e dei giocolieri e tutto il resto... per tutto questo ci vuole una volontà intensa e un vero ingegno. Credo più ingegno di quanto ce ne voglia nella gran parte delle conversazioni...
HELENE: Ah, questo sicuramente.
HANS KARL: Assolutamente. Ma ciò che fa Furlani sta ancora uno scalino sopra rispetto a ciò che fanno tutti gli altri. Tutti gli altri si lasciano condurre da un fine e non guardano né a destra né a sinistra, anzi trattengono il respiro fino a che non hanno raggiunto il loro fine: in questo, appunto, consiste la loro destrezza. Ma lui sembra che non faccia niente con un fine... anzi dà ascolto al fine degli altri. Vorrebbe fare anche lui tutto quello che fanno gli altri, tanta è la sua buona volontà. E' tanto affascinato da ogni singolo giochetto che una persona qualsiasi gli mostra: se uno tiene in equilibrio un vaso di fiori sul naso, allora anche lui lo tiene in equilibrio, diciamo per gentilezza.
HELENE: Ma lo fa cadere?
HANS KARL: Ma come lo fa cadere, questo è il bello! Lo fa cadere per il puro entusiasmo e per la felicità di saperlo tenere in equilibrio così bene! Egli crede che se lo si fa proprio bene, la cosa dovrebbe andare da sé.
HELENE: (Tra sé) E lui il vaso di fiori normalmente non lo sostiene e cade per terra.
[…]
HANS KARL: Quando si guarda Furlani, i clown più bravi sembrano volgari, è un vero e proprio talento di pura nonchalance... ma ovviamente questa nonchalance richiede il doppio della tensione degli altri.

[Hugo von Hofmannsthal: "L'uomo difficile"]

sabato 14 aprile 2012

Qualcosa fa una crepa in questa pace finta

Scricchiola qualcosa in questo mondo finto. 
La vita scola rapida nei tubi. 
… Come un rivoletto d’acqua, esagerando, 
cade dal balcone 
vanta d’aver fatto lui da testimone 
alla storia della «Creazione»… 
Uno, di passaggio, dà una mano: 
giunto a caso ha letto versi 
dedicati a me, 
pensieri arditi chiusi nelle rime, 
sfiorando appena le parole, 
dunque? ha ragionato audace, con intelligenza sulla vita 
nel subbuglio di profondi inchini familiari. 
Ha tracciato a un vetro di finestra 
il mio destino, 
un guazzo di colori, 
che si lava via con lacrime di sale. 
Ho rimescolato anch'io 
la vita lungo i tubi, affrettandomi 
in un rivoletto d’acqua.


[Nika Turbina: inediti]


da qui: http://leserpent.wordpress.com/category/nika-turbina/

lunedì 9 aprile 2012

Uova di Fabergé


Sul concetto di tempo

...ancora oggi non riesco a essere preciso e a dare giudizi definitivi su qualsiasi cosa sia collegabile, anche in minima parte, al concetto di tempo. E' come se tra noi e lui, il tempo, ci fosse una sorta di malinteso, di confusione, come se non tutto fosse a posto. I nostri calendari sono basati sull'arbitrio: i numeri che vi sono scritti non significano niente, non sono garantiti da niente, come soldi falsi. Perché, per esempio, dopo il primo di gennaio deve venire il due e non subito il ventotto? E possono forse i giorni susseguirsi l'uno l'altro, e basta? Non è un'assurdità poetica la successione dei giorni? Ma non c'è nessuna successione, i giorni vengono quando uno di loro si sente di venire, e qualche volta ne arrivano parecchi, tutti insieme. Oppure un giorno non viene per tanto tempo.

[Sasha Sokolov: "La scuola degli sciocchi"]