domenica 27 novembre 2011

Tibor Scitovsky: Joyless Economy

Perché se è vero che staremmo meglio lavorando meno e coltivando più i rapporti con gli altri, continuiamo a lavorare troppo e a investire troppo poco nell'amicizia? 
Una prima risposta è affermare che le persone non sono razionali: sbagliano sistematicamente nel fare i conti circa il proprio benessere. 
Spiegazioni che cercano di dirci perché la gente è irrazionale sono quelle che derivano dalla teoria di Tibor Scitovsky, un fondatore degli studi sulla felicità. Nella sua Joyless Economy (1976) egli ci offre una spiegazione che ancora oggi si presta molto bene a includere anche i beni relazionali (assenti dal suo discorso). L'ipotesi di fondo è la sua distinzione tra beni di "comfort" e beni di "creatività".
I beni di comfort danno stimolazioni immediate, sensazioni piacevoli di breve periodo, ma la soddisfazione che conferiscono non si protrae nel tempo. I beni di comfort sono un paio di scarpe, un frigorifero, un'automobile. Hanno in comune un'utilità che decresce fortemente con l'uso, portando subito alla noia. Anzi, per i beni di comfort durevoli, col passare del tempo "averli tra i piedi" è fonte di disutilità, e di desiderio di comprarne di nuovi... e il ciclo ricomincia.
I beni di "creatività", invece, hanno normalmente la caratteristica oppposta: la loro utilità marginale è crescente, più li uso più mi arrecano benessere. Esempi classici sono i beni culturali /certa musica, lettura teatro ecc.e - anche se Scitovsky non ce lo dice - i beni relazionali , come la "commensalità", che conferiscono al tempo stesso comfort e creatività, sono beni di questo tipo.
Scitovsky sostiene che consumiamo troppi beni di comfort e pochi beni di creatività perché le esigenze delle moderne economie spingono nella direzione di rendere molto poco accessibili, o estremamente cari, i beni di creatività, e soprattutto tendono a rimpiazzarli con beni di comfort spacciati per beni di creatività.Noi consumiamo troppo comfort perché questo si presenta sempre più sotto le mentite spoglie di bene di creatività ma a costo molto più basso del bene di creatività vero.
Perché invece consumiamo così pochi beni  relazionali? I beni relazionali sono tipici beni di creatività e anche qui il mercato tende a offrire beni di comfort che li simulano. Il tempo consumato davanti alla TV agisce contro i beni relazionali in due modi: è tempo sottratto ai rapporti con gli altri, ma è anche un consumo di beni relazionali simulati. Infatti, se i programmi televisivi offrono sempre più prodotti che assomigliano ai rapporti umani veri e propri (talk show, reality show...), in realtà, però, essi sono beni di comfort che spiazzano i veri beni relazionali.
Due dati: in tutti i paese del mondo il numero di ore passato davanti alla TV  è inversamente correlato all'indice di felicità e nei paesi OCSE le ore davanti alla TV crescono assieme alle ore di lavoro. Come mai? Perché persone più stanche per il lavoro tenderanno a consumare finti beni relazionali perché costano meno, richiedono meno energie della coltivazione di amicizie vere. Ma c'è di più: i beni di comfort creano dipendenza (addiction), quindi per ottenere lo stesso piacere di ieri, oggi dovrò consumare più beni di comfort.
In conclusione ancora una considerazione: lo sviluppo tecnologico tende a ridurre i costi dei beni di mercato standard, ma non fa altrettanto con i beni relazionali, la cui "tecnologia" è più o meno la stessa dai tempi di Adamo ed Eva. Il costo relativo dei beni relazionali tende quindi ad aumentare nei paesi a tecnologia avanzata.

[L. Bruni e P.L. Porta: "Felicità e libertà"]

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