sabato 10 agosto 2013

Acque morte - Somerset Maugham


Racconto lungo, elegante e “di scuola” dove a farla da padrone è la misura. Misura con la quale Maugham dosa ingresso ed uscita di scena dei personaggi, misura con la quale alterna descrizioni d'ambiente, dialoghi e riflessioni. Il risultato finale è un romanzo dove tutto gira alla perfezione, una trama che scorre sicura senza salti di ritmo.
Protagonista assoluto è il dottor Saunders, tipico personaggio maughamiano che osserva la vita con occhio cinico. Fatalista, partecipa delle cose del mondo senza bisogni particolari da soddisfare, ma solo per il puro piacere di farlo. Accanto a lui sfila un'umanità variegata, che invece lotta e si sbatte per i motivi più disparati e proprio per questa incapacità ad accettare le cose per come sono è destinata a soffrire.
C'è il capitano Nichols, figura del furfante di basso profilo, che “deve” stare sempre un po' oltre il limite della legalità perché solo dal malaffare trae la sua ragione di vita, c'è Erik, l'idealista buono ed ingenuo destinato a pagare a caro prezzo queste qualità, c'è Fred che incarna l'ideale della gioventù, interessato solo a vivere il momento ed a rincorrere il piacere, e poi c'è Louise, la bellezza, figura solo apparentemente fragile e capricciosa, ma in realtà determinata a vivere la sua vita e non quella che altri hanno scelto per lei.
La morale? Ê lo stesso scrittore a darci la chiave di lettura verso la fine della storia, senza che ci si affanni a cercare interpretazioni, ed è una chiave perfettamente coerente con lo stile del dottor Saunders/Maugham:

La vita è breve, la natura ostile, e l'uomo assurdo; ma, stranamente, le sventure hanno per lo più i loro compensi e con un certo umorismo e una buona dose di senso comune possiamo cavarcela discretamente in questa faccenda del vivere, che dopo tutto ha ben poca importanza.”


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