Belladonna – Daša Drndić
(trad. Ljiljana Avirovic)
Feltrinelli editore (I ed. 2012)
La storia di Andreas Ban, psicologo e scrittore che da un giorno all'altro la società decide di mettere da parte. Una persona con la schiena dritta, come l'autrice del libro. Uno sconfitto, che non per questo è disposto a rinunciare a un briciolo delle sue idee. Dal suo esilio in una cittadina di provincia, ripercorre le tappe della sua vita, che si intrecciano a quelle croate; speranze disilluse dal tempo, in un mondo che fatica sempre più a riconoscere, mentre il corpo invecchia, si ammala e lentamente si consuma.
Attraverso Andreas Ban, Daša Drndić lancia i suoi strali contro la politica, le istituzioni, la religione, l'arte e anche gli intellettuali, che hanno perso la loro funzione per trasformarsi in arrivisti accademici. Le parole, un tempo in grado di muovere le masse e scuotere le coscienze, ora non servono più. Addomesticate dal pensiero dominante, superficiale e superfluo, che galleggia prigioniero delle sue false sicurezze. La coscienza collettiva  rimasta ormai un ricordo, in grado di "sussultare un istante, ma poi torna a tacere", quando si tocca un nervo scoperto.
Davanti a un mondo che corre e dimentica in fretta, a una società asettica e che rifiuta le responsabilità, l'unico rifugio per Ban sembra essere la memoria, intesa come ricordo di "un'esistenza più inventata e immaginata che reale", tentativo di vivere più vite, "diventare diverse persone i cui destini vive in parallelo", il tutto con lo scopo non di rivivere il suo passato, ma annientarlo. Ma "è difficile cancellare completamente la storia e la memoria, la storia e la memoria amano ritornare. Si infilano nella testa della gente e penetrano nel loro sangue. Lì, ho imparato: le persone sono collegate in maniera invisibile senza che lo sappiano, si toccano l'un l'altra attraverso vite che per loro rimangono per sempre estranee; entrano in tempi che pensano non essere i loro, camminano nei paesaggi che sono nuovi solo a loro ma che sono esistiti per secoli."
Belladonna è uno dei grandi romanzi del nuovo millennio, che ricorda Sebald nella struttura ma se ne distacca per una visione – etica più che estetizzante – della memoria. Si tratta di un'opera d
all'alto valore letterario ma anche testimoniale: un'accusa alla Croazia che si allarga a tutto l'Occidente, fino a coinvolgere l'intera umanità, tutti noi che preferiamo dimenticare piuttosto che ricordare.
all'alto valore letterario ma anche testimoniale: un'accusa alla Croazia che si allarga a tutto l'Occidente, fino a coinvolgere l'intera umanità, tutti noi che preferiamo dimenticare piuttosto che ricordare.
 

