sabato 5 novembre 2016

Georgi Gospodinov – …e altre storie


Anche nei racconti (che pure non mi sembrano la forma letteraria che più gli è congeniale) Gospodinov si conferma una delle voci più interessanti nel panorama letterario europeo contemporaneo.

“…e altre storie” è una raccolta in bilico tra reale e surreale, nella quale ritroviamo di frequente episodi dell’infanzia dell’autore che filtrati dalle esperienze successive finiscono per diventare qualcosa di diverso. Infanzia come regno della fantasia che genera possibilità infinite ed altrettanti mondi, ai quali si contrappone la realtà monolitica delle età successive, per definizione unica e immodificabile.

La capacità di inventare storie è la strada che Gospodinov ci indica per sfuggire al grigiore di una vita altrimenti destinata a correre sui binari delle certezze, ma lo scrittore non si ferma qui: l’ironia lieve che attraversa queste storie e che sembra voler togliere peso alle situazioni narrate è una specie di cavallo di Troia che nasconde al suo interno un disegno eversivo, visto che lo stesso autore non manca di farci notare come ormai nessuna storia può più essere inoffensiva (“La mosca nel pisciatoio”). Nella lotta contro la realtà la fantasia diventa un’arma in grado di  generare conseguenze imprevedibili: basta il saluto di una sconosciuta ad innescarla, forse perché siamo in qualche modo “predisposti”, in attesa dell’imprevisto, di qualcosa fuori dagli schemi in grado di modificare la routine (“Cristina che saluta tutti dal treno”).

Ma la fantasia può essere un’arma pericolosa anche per chi la usa, come in “Un regalo arrivato tardi”, quando un poveraccio crede di essere inquadrato dalla televisione e si sente costretto ad improvvisarsi intrattenitore per una notte intera, o come nel bellissimo “Peonie e pansè” che ci mette in guardia sul rischio di rimanere abbacinati dalla bellezza del sogno finendo per perdere di vista i tempi della vita o magari per auto-suggestionarsi come il vecchio di “Anima viva” che parla con i defunti del cimitero come se fossero vivi.

Storie per recuperare la capacità di volare, storie per ingannare il tempo, storie per difendersi dalla realtà… ne abbiamo bisogno, questo è il punto: sono belle di per sé, per il solo fatto di esistere, e pazienza se ad ascoltarle è qualcuno che non capisce la nostra lingua (come in “Una seconda storia”, uno dei racconti più interessanti della raccolta).

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