Anche nei racconti
(che pure non mi sembrano la forma letteraria che più gli è congeniale)
Gospodinov si conferma una delle voci più interessanti nel panorama letterario
europeo contemporaneo.
“…e altre storie” è una
raccolta in bilico tra reale e surreale, nella quale ritroviamo di frequente episodi
dell’infanzia dell’autore che filtrati dalle esperienze successive finiscono
per diventare qualcosa di diverso. Infanzia come regno della fantasia che
genera possibilità infinite ed altrettanti mondi, ai quali si contrappone la
realtà monolitica delle età successive, per definizione unica e immodificabile.
La capacità di
inventare storie è la strada che Gospodinov ci indica per sfuggire al grigiore
di una vita altrimenti destinata a correre sui binari delle certezze, ma lo
scrittore non si ferma qui: l’ironia lieve che attraversa queste storie e che sembra
voler togliere peso alle situazioni narrate è una specie di cavallo di Troia
che nasconde al suo interno un disegno eversivo, visto che lo stesso autore non
manca di farci notare come ormai nessuna
storia può più essere inoffensiva (“La mosca nel pisciatoio”). Nella lotta
contro la realtà la fantasia diventa un’arma in grado di generare conseguenze imprevedibili: basta il
saluto di una sconosciuta ad innescarla, forse perché siamo in qualche modo “predisposti”,
in attesa dell’imprevisto, di qualcosa fuori dagli schemi in grado di
modificare la routine (“Cristina che saluta tutti dal treno”).
Ma la fantasia può
essere un’arma pericolosa anche per chi la usa, come in “Un regalo arrivato
tardi”, quando un poveraccio crede di essere inquadrato dalla televisione e si
sente costretto ad improvvisarsi intrattenitore per una notte intera, o come
nel bellissimo “Peonie e pansè” che ci mette in guardia sul rischio di rimanere
abbacinati dalla bellezza del sogno finendo per perdere di vista i tempi della
vita o magari per auto-suggestionarsi come il vecchio di “Anima viva” che parla
con i defunti del cimitero come se fossero vivi.
Storie per recuperare
la capacità di volare, storie per ingannare il tempo, storie per difendersi
dalla realtà… ne abbiamo bisogno, questo è il punto: sono belle di per sé, per
il solo fatto di esistere, e pazienza se ad ascoltarle è qualcuno che non
capisce la nostra lingua (come in “Una seconda storia”, uno dei racconti più
interessanti della raccolta).
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