domenica 20 ottobre 2019

Nikos Kazantzakis – L'ultima tentazione di Cristo



Kazantzakis è stato uno dei più importanti intellettuali greci del Novecento e L'ultima tentazione uno dei suoi libri più conosciuti e probabilmente più fraintesi, soprattutto dai vertici ecclesiastici che per anni ne decretarono la messa al bando.
Una riflessione (magari da un punto di vista non ortodosso, sbilanciata su un versante sospeso tra monomorfismo e gnosticismo) sulla duplice natura, umana e divina, del Cristo, la storia del lungo processo interiore che porta Gesù prima a sospettare, temere, rifiutare l'idea di essere il figlio di Dio, e poi ad accettare un destino che non ha scelto sforzandosi di essere all'altezza del ruolo.
L'ultima tentazione è la narrazione  della vita e della passione di Cristo purgate dalle sovrastrutture teologiche accumulatesi nei secoli, un racconto dal punto di vista del protagonista, la storia romanzata (oggi forse la chiameremmo "faction") di un uomo tra gli uomini e come tale soggetto alla collera, alla paura, alla gelosia ed a tutte le passioni che contraddistinguono la nostra specie.
L'oggettiva difficoltà nel rendere le contraddizioni che caratterizzano la figura del Cristo  (a tratti sembra una specie di Don Chisciotte che vaga indeciso su quale direzione prendere), mi porta a dire che probabilmente altri sono i personaggi che  Kazantzakis tratteggia meglio nel libro: gli Apostoli ad esempio (dipinti come una schiera di piccoli personaggi che seguono il Messia un po' per convinzione e tanto per convenienza) e soprattutto Giuda, il discepolo prediletto, quello che per primo intuisce l'identità di Gesù e che pure fatica ad accettarne il ruolo, perché quello che attende lui è un capo militare che possa liberare il popolo dal giogo romano, non un Profeta che si carichi sulle spalle i peccati del mondo. Un Giuda vittima, come Cristo, di un destino più grande di lui, destinato ad un ruolo da traditore che deve necessariamente interpretare perché il piano divino si realizzi.

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