Sì,
le avevo detto.
Sì,
le avrò detto un milione di volte.
Ho
sempre cercato di accontentarla. Sembrava felice.
Sì,
mi diceva.
Ma
io non sapevo mai cosa pensasse davvero.
Sì,
dicevano le parole. Ma gli occhi... quelli scivolavano via: né accesi, né spenti.
Eppure
io c'ero sempre per lei:
a
versare parole suoi suoi silenzi,
a
colorare le parti del foglio che rimanevano bianche,
Ad
aprire le finestre per dare luce al buio,
ad
annodare i fili che si erano rotti.
A
nascondere le ombre nel fondo dei cassetti.
Sì,
lui c'era sempre.
Ad
aprire le finestre per far entrare la vita e lasciar uscire i sogni.
A
ricucire la tela, a riparare, ad ordinare.
Sì,
lui era bravo ad aggiustare le cose,
quello
che non sapeva fare era accendere la luce.
Non
capisco perché è successo, è questo che mi fa più male.
Non
capiva, è questo.
[Xenia Dubinina: "Dialoghi afasici"]
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