domenica 29 aprile 2012

II


Una mattina di maggio, poca gente sul molo.
C'è una partenza da celebrare, un pensiero da consegnare.
Un sole pigro saluta le promesse del giorno,
voci di marinai scivolano sulla banchina.
Ogni cosa è in ordine,
tutto sembra chiaro e definito,
ciò che si vede è ciò che è,
non ci sono segni da decifrare.
La mano di un bambino scrive sull'acqua,
le mie mani affidano ad altre mani un pacchetto di parole:
poche sillabe, impossibili da equivocare.

Si levano le ancore, il viaggio sarà breve.
Dal mio porto al tuo, un braccio di mare compreso in uno sguardo,
dal mio porto al tuo, c'è un pensiero da consegnare.
Si gonfiano le vele, 
la nave scivola sull'acqua 
e mentre va tutto cambia
e la nave non è più la stessa nave.

Si va per il Mare della Relazione, che porta fuori dal sé,
che unisce e che divide,
che mescola le carte e diluisce le certezze.
Le parole si confondono, si svuotano e poi si riempiono
e quello che prima era certo ora è solo possibile.

All'arrivo è trascorso poco tempo dalla partenza, eppure è notte fonda.
Una luna sussiegosa risplende 
troppo lontano per accendere il mare nero.
Il pacchetto di parole passa attraverso mani
che lo consegnano nelle tue.
Quando lo apri scopri che contiene un pensiero
che è quel che è,
non quel che avrebbe dovuto essere.

Ma questo tu non lo sai e non lo saprai mai
e neppure io,
che te l'ho inviato.

[Xenia Dubinina: "Dialoghi afasici"]

Nessun commento: