sabato 4 gennaio 2014

Best book award 2013


Elenco dei libri letti nel 2013: 

  • Richard Ford – Lo stato delle cose 
  • Philip Roth – Nemesi 
  • Chad Harbach – L'arte di vivere in difesa 
  • Paolo Cognetti – Sofia si veste sempre di nero 
  • Sherwood Anderson – Winesburg, Ohio 
  • Richard Yates – Revolutionary Road 
  • Annie Proulx – Avviso ai naviganti 
  • Alice Munro – Troppa felicità 
  • Platone – Il simposio 
  • Nathan Englander – Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank 
  • Juan Josè Saer – Cicatrici 
  • Sherwood Anderson – L'uovo 
  • Juan Rulfo – Pedro Paramo 
  • Julian Barnes – Il senso di una fine 
  • Felisberto Hernàndez – Nessuno accendeva le lampade 
  • Robert Musil – L'uomo senza qualità 
  • Winfried G. Sebald - Austerlitz 
  • W. Somerset Maugham – Acque morte 
  • Roberto Bolaño – Tra parentesi 
  • Ethan Canin – L'imperatore dell'aria 
  • Giorgio Falco – L'ubicazione del bene 
  • Francis Spufford – L'ultima favola russa 
  • Gina Ochsner – Il libro russo dei sogni a colori 
  • Patril Ourednik – Oggi e dopodomani 
  • Jon Kalman Stefànsson – Luce d'estate ed è subito notte 
  • David Foster Wallace – Roger Federer come esperienza religiosa 
  • Roberto Arlt – I sette pazzi 
  • Nikolai Leskov – Il viaggiatore incantato 
  • Philip Roth – L'animale morente 
  • Artur Koestler – Buio a mezzogiorno 
  • Mikhail Bulgakov – Il maestro e Margherita 
  • David Foster Wallace – Considera l'aragosta 
  • Alice Munro – Chi ti credi di essere? 
  • Alice Munro – Scherzi del destino 
  • Macedonio Fernandez – La materia del nulla 
  • David Foster Wallace – La scopa del sistema 
  • Marguerite Yourcenar – Memorie di Adriano 
  • Platone – Eutifrone 
  • Vasilij Grossman – Vita e Destino 
  • Georgi Gospodinov – Fisica della malinconia 


 Prima fase
Per stilare una graduatoria la commissione esaminatrice (io, Lars W. Vencelowe, Héctor Genta, Xenia Dubinina, S.A. Samoilov e Leonard Jacob) procede ad escludere come di consueto classici e semi classici (dopo un'estenuante discussione su chi può essere considerato “classico” e dopo le vibranti polemiche di Héctor Genta per il rifiuto degli altri membri ad inserire nella categoria Arlt, Fernandez e Saer). 

Seconda fase
A questo punto una prima votazione dei giurati esclude Harbach, Cognetti, Proulx, Englander, Barnes, Ourednik, Leskov, Fernandez e Yourcenar e poi una seconda elimina i libri di Saer, Falco, Spufford ed Arlt. 

La cinquina finale risulta pertanto così composta: 

  • Felisberto Hernàndez – Nessuno accendeva le lampade 
  • Gina Ochsner – Il libro russo dei sogni a colori 
  • Jon Kalman Stefànsson – Luce d'estate ed è subito notte
  • Artur Koestler – Buio a mezzogiorno 
  • Georgi Gospodinov – Fisica della malinconia 


Classifica finale


 Secondi (ex-aequo)
Jon Kalman Stefànsson – Luce d'estate ed è subito notte 


Georgi Gospodinov – Fisica della malinconia 





Primo classificato (premio libro dell'anno 2013) 

Felisberto Hernàndez – Nessuno accendeva le lampade

mercoledì 1 gennaio 2014

(Buoni) propositi di lettura per il 2014


Un'opera della letteratura russa,
e una di narrativa americana.
Almeno un classico greco,
e una raccolta di poesie.
Un'occhiata al Sudamerica e una al centro Europa, 
un giro in Scandinavia e un salto chissà dove, 
un po' di nuove uscite e vecchie cose.
E qualcosa di italiano, si intende.



sabato 28 dicembre 2013

Vasilij Semënovič Grossman - Vita e Destino



Questo libro è il mare. 
Una distesa sconfinata che il mio occhio non riesce ad abbracciare nella sua interezza e che devo contentarmi di osservare, senza cercarne di capire tutte le sfumature. Posso guardarlo, ascoltarne la musica, avvicinarmi, provare ad entrarci dentro, bagnarmi nelle sue acque, ma non comprenderlo fino in fondo.
Questo libro è un libro necessario, che nasce da un'urgenza. Andava scritto, ce n'era bisogno. Dice le cose che dovevano essere dette e le dice esattamente come dovevano essere dette, seguendo un percorso accidentato, fatto di mille storie diverse, con personaggi che entrano ed escono di scena più volte durante lo svolgimento del romanzo, costringendo il lettore ad un lavoro mnemonico a tratti faticoso.
Questo libro racconta la Storia attraverso le storie, la Vita attraverso le vite.
Parla di libertà, sicuramente. Ma non solo. Parla anche di amore, della follia e dell'orrore della guerra, della banalità del male, dell'ambizione, dell'ideologia, della debolezza, del conformismo, dell'istinto di conservazione, della rassegnazione e di un sacco di altre cose. 
Parla della natura dell'uomo, di quella natura che ci rende capaci delle azioni più grandi e di quelle più meschine allo stesso tempo, che è in grado di farci salire alle vette più alte e contemporaneamente di precipitarci negli abissi più profondi, quasi a dirci che nonostante millenni di evoluzione dentro di noi albergano mostri violenti e impulsi bestiali che non riusciremo mai a sconfiggere.
Perché Vita e Destino è soprattutto questo: un libro che parla del bene e del male. Non del Bene con la B maiuscola, ma nel piccolo bene quotidiano, quello senza ideologie, quello della vecchia che porta un pezzo di pane a un prigioniero. Un libro che parla della piccola bontà insensata, silenziosa, fine a se stessa, istintiva e cieca, quella bontà davanti alla quale il male non può nulla.

domenica 22 dicembre 2013

Quando cade il velo


"La Cacania era il primo paese, nell’attuale periodo d’evoluzione, al quale Iddio avesse tolto il credito, il piacere di vivere, la fiducia in se stesso. 
 Era un paese intelligente e albergava persone colte; come tutte le persone colte in tutti i luoghi della terra, costoro s’agitavano in una spaventosa confusione di rumori, velocità, innovazioni, controversie, e tutto il resto che fa parte del paesaggio ottico e acustico della nostra vita, senza poter giungere a uno stato d’animo ben definito; come tutti gli altri, anch'essi leggevano e sentivano ogni giorno qualche dozzina di notizie che li facevano orripilare, ed eran pronti a mettersi in moto, a intervenire, ma non ci arrivavano mai, perché, un momento dopo, l’eccitamento era già scacciato da un nuovo eccitamento; come tutti gli altri, anch'essi si sentivano circondati da delitti, ammazzamenti, passioni, spirito di sacrificio, grandezza, che in qualche modo avvenivano nel groppo formato intorno a loro; ma non potevano accedere a queste avventure perché erano imprigionati in un ufficio o in una professione; e quando verso sera tornavan liberi, la loro tensione, di cui non sapevano più che cosa fare, esplodeva in divertimenti che non procuravan loro nessun divertimento. 
Essi non avevano più il dono del credito né quello dell’inganno. Non sapevano più dove andasse a finire il loro sorriso, il loro sospiro, il loro pensiero. Perché avevano sorriso e pensato? Le loro opinioni erano casuali, le loro inclinazioni esistevano da un pezzo, in qualche modo tutto era già nell’aria, come uno schema in cui si entra, e nulla essi potevano fare o non fare di vero cuore perché non c’era una legge della loro unità. In tal modo l’uomo colto era colui il quale sentiva la presenza di una colpa che aumentava sempre più e che egli non avrebbe mai più potuto cancellare; era l’uomo che vedeva la bancarotta inevitabile, e accusava il secolo in cui era costretto a vivere, benché ci vivesse volentieri come qualunque altro; oppure si gettava con il coraggio di chi non ha niente da perdere su ogni idea che gli promettesse un cambiamento. […] 
Così succedeva in tutto il mondo, ma quando Dio tolse il credito alla Cacania fece qualcosa di speciale, cioè lasciò capire a popoli interi le difficili condizioni della civiltà. […] L’uomo ignora normalmente di doversi credere più di quello che è per poter essere quello che è; ma in qualche modo deve pur sospettarlo e talvolta può anche subitamente sentire la privazione. Allora qualcosa d’impalpabile gli manca. 
Non era accaduto proprio nulla in Cacania, ma quel nulla era a un tratto inquietante."  

[Robert Musil: "L'Uomo senza qualità]