mercoledì 17 agosto 2011

Il sorriso ai piedi della scala


Questo noi siamo: nulla. Nulla e tutto, nessuno e ciascuno allo stesso tempo. Noi non applaudono, ma se stessi. Amico, fra un momento dovrò andare, ma prima lascia che ti dica una cosa, una cosetta che ho imparato da poco... Sii te stesso, soltanto te stesso: è una gran cosa. Ma come fare, come arrivarci? Ecco il lazzo, la piroetta più difficile di tutto il repertorio. Ed è difficile proprio perché non ci vuol niente. Non hai da cercar d'essere questo o quello, grande o piccolo, furbo o maldestro... mi senti? Fa' quello che ti capita. Fallo con buona grazia, s'intende. Perché non c'è nulla che abbia importanza. Nulla. Invece di risate e di applausi riceverai sorrisi. Piccoli sorrisi di compiacimento – e basta. Ma è tutto... e più di quanto si può chiedere. E' un mestieraccio sollevar la gente dl peso del fardello. Loro sono felici, dopo; ma tu? Tu sei più felice? Certo non ti devi mai far accorgere, per così dire. Devi fare in modo che non sappiano mai che piacere tu ne cavi. Se ti pescano, se scoprono il tuo segreto, sei perduto. Ti chiameranno egoista, dimenticheranno quello che hai fatto per loro. Puoi aver fatto tutto, tu, per loro – esserti letteralmente ammazzato di fatica, attaccato alla stanga – ma se sospettano che tu ne ricavi qualcosa per te, di darti una gioia che da te stesso non ti potresti procurare mai... 

[Henry Miller: "Il sorriso ai piedi della scala]

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