sabato 9 febbraio 2013

Nemesi



Ultimo romanzo di Phil Roth e passo d'addio di gran classe.
In Nemesi lo scrittore di Newark ci parla dell'ineluttabilità del Destino, di quello che accade quando le nostre aspirazioni si scontrano con la vita, del senso di colpa, del confronto con il divino.
Non c'è lieto fine in questo romanzo e non potrebbe essere altrimenti. Le cose vanno come devono andare, quando la moneta che ora ondeggia nell'aria ricadrà a terra, dirà testa o croce e qualsiasi tentativo noi si possa fare per influenzarne il responso risulterà vano.
Un libro scritto con una prosa chiara, quasi chirurgica, meno emotiva rispetto ad altri romanzi. Un percorso che per certi versi mi ha ricordato quello di Delillo (fatte salve le evidenti differenze anche stilistiche). Entrambi dopo aver raggiunto il vertice più alto della loro produzione letteraria (penso a Patrimonio ed a Underworld) hanno progressivamente modificato lo stile che si è fatto più lineare, “asciutto”, senza perdere nulla in efficacia ma anzi riuscendo a mettere meglio a fuoco l'oggetto della loro indagine (penso a Body Art e Punto Omega per Delillo e a Everyman, Indignazione e Nemesi per Roth, non avendo ancora letto l'Umiliazione).
Viene da pensare a quello che avrebbero potuto fare David Foster Wallace e Bolaño, ma questa è un'altra storia...

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