domenica 3 aprile 2016

César Aira – Come imbalsamare animaletti mutanti





Lo scrittore è un falsificatore

Libretto curioso. A metà tra il divertissement e il progetto eversivo.
La storia di Varamo,  uno scrivano di terza categoria (una specie di Bernardo Soares pessoano) e di come una disavventura rappresentata dal pagamento con due banconote false entri nella sua vita per stravolgerla al punto da farlo diventare l’autore dell’ “osannato capolavoro della moderna poesia contemporanea, il canto del bambino vergine” (e va da sé come solo un autore sudamericano – César Aira è argentino – potesse partorire una trama del genere).
Come imbalsamare animaletti mutanti è un romanzo breve, raccontato con stile “colloquiale” che almeno nella prima parte ricorda Saramago per l’attenzione al lettore,  il renderlo partecipe di quello che succede al protagonista, di cosa egli pensa, di come analizza le cose nei particolari per immaginare i possibili scenari che ogni sua mossa potrebbe innescare.
Varamo è un abitudinario, consapevole del fatto che tutto quello che esce dalla routine rischia di disintegrare le fragili certezze sulle quali ha costruito la sua esistenza; la novità rappresentata dalle due banconote false è un pericolo, una porta sull’ignoto che lo costringe a confrontarsi con pensieri mai considerati fino a quel momento, a fare i conti con le sue insicurezze, ad improvvisare. In quest’ottica, anche l’hobby del protagonista (la sua via di fuga da un’esistenza in genere malinconica e insoddisfacente), imbalsamare piccoli animali, in realtà è meno stravagante di quanto possa sembrare: in fondo Varamo cercava solo di fermare l’attimo, “cristallizzare” il momento. Un po’ quello che stava facendo della sua vita.
Dalla metà in poi il racconto subisce un’accelerazione improvvisa. Da quando il protagonista della storia esce di casa per recarsi al caffè è tutta un’esplosione di fuochi d’artificio che si succedono senza continuità, alla quale si fatica a star dietro: le Voci che risuonano nella testa di Varamo quando passa in un punto preciso del percorso, un incidente stradale che coinvolge l’auto che trasporta il Ministro dell’Economia, la scoperta delle gare “di regolarità”, la casa delle Góngora, due sorelle creole che contrabbandano mazze da golf, la comparsa di Caricias, “l’ultima donna”, il quaderno con i codici cifrati per comunicare con le navi che trasportano la merce da contrabbandare ( o che vengono da Haiti per invadere Panama), l’identità tra denaro e discorso indiretto libero…
E poi l’incontro nel caffè con tre editori alla ricerca di qualcosa di originale da pubblicare. E cosa c’è di più originale dell’hobby di Varamo, di come imbalsamare animaletti mutanti? Poco importa la trama, quello che conta è il titolo, per riempire il libro saranno sufficienti annotazioni trascritte una di seguito all’altra, senza bisogno di elaborarle troppo.

Come imbalsamare animaletti mutanti è un libretto che prende in giro gli strumenti letterari: è metanarrativa, critica del discorso indiretto libero, messa in discussione dei meccanismi causa-effetto… Interessante e convincente è il modo di procedere di Aira nella sua analisi, la capacità di coniugare complessità e leggerezza, dando l’impressione di non prendersi mai troppo sul serio. Procede portando il ragionamento all’estremo, ad avvitarsi su se stesso fino a creare un vortice, un mulinello che rischia di inghiottire al suo interno personaggi della trama, autore e lettore… ma poi si ferma. Arriva sul bordo del precipizio ma si blocca un attimo prima di piombarci dentro, gioca con la vertigine, senza “intellettualismo”, saccenza o pedanteria ma casomai con curiosità.
Aira è un autore indubbiamente originale, che esplora il mondo mescolando verità e fantasia, applicando le leggi della logica all’immaginazione, per vedere l’effetto che fa, perché “lo scrittore è un falsificatore malgré lui che lasciava le sue tracce cifrate”.

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