mercoledì 15 giugno 2016

Sprazzi di luce (armonia e bellezza al più alto grado)

"Pensò tra l'altro che nel suo stato epilettico c'era una fase, proprio prima dell'attacco (sempre che l'attacco venisse mentre era sveglio), quando improvvisamente, in mezzo alla tristezza, alle tenebre dell'anima, all'oppressione, il suo cervello pareva accendersi, e tutte le sue forze vitali si tendevano di colpo con uno slancio inusitato. Il senso della vita e la coscienza di sé si decuplicavano quasi in quegli istanti che duravano il tempo di un lampo. La mente, il cuore gli si illuminavano di una luce straordinaria. Tutte le sue emozioni, i suoi dubbi, sembravano placarsi di colpo, si risolvevano in una calma suprema, piena di gioia serena, di armonia e di speranza, piena di intelligenza e di causa ultima. Ma quei momenti, quegli sprazzi di luce, erano soltanto il preludio di quel secondo definitivo (mai più di un secondo) con cui aveva inizio l'attacco vero e proprio. Quel secondo era certamente insopportabile. Riflettendo in seguito su quell'istante, quando ormai si trovava in condizioni normali, spesso diceva a se stesso che tutti quei lampi e quei bagliori di altissima sensazione e coscienza di sé, e quindi anche di "vita superiore" non erano altro che malattia, alterazione dello stato normale, e se era così, quella non era affatto un'esistenza superiore, ma, al contrario, doveva essere annoverata fra le più basse. E tuttavia arrivò infine ad una conclusione straordinaria e paradossale: "Che importa se è una malattia?" concluse infine, "che importanza ha che sia una tensione anormale, se il risultato, se quel minuto di sensazioni rievocato e analizzato poi in condizioni normali si rivela armonia e bellezza al più alto grado, e dà un senso fino allora insospettato e inaudito di pienezza, di misura, di acquietamento e di trepida fusione di preghiera con la suprema sintesi della vita?"


[Fëdor Michajlovič Dostoevskij: "L'idiota"]

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