sabato 6 dicembre 2025

Herscht 07769 – László Krasznahorkai


Bompiani edizioni (I ed. 2021)

L'apocalisse è lo stato "naturale" della vita, del mondo, dell'universo, del qualcosa, l'apocalisse è adesso.

Con questo libro si ha l'impressione di trovarsi davanti a un nuovo capitolo della produzione letteraria del fresco Nobel ungherese. Rispetto ai grandi romanzi di Krasznahorkai degli anni Novanta, la trama è più lineare e la scrittura più scorrevole, pur restando all'interno degli argini stilistici e della visione apocalittica della realtà che la caratterizza. Herscht 07769 è infatti un testo che senza rinunciare alla classica prosa incalzante e tracimante, sembra "ammorbidire" le atmosfere lasciando intatta la capacità visionaria dell'autore.
Florian Herscht è un orfano, un gigante dalla forza fisica impressionante ma con una mente debole, sopraffatto dalla volontà del Boss, un nazista di provincia (il romanzo è ambientato a Kana, cittadina della Turingia) e suo capo sul lavoro di lava-muri. Herscht, fraintendendo le spiegazioni del signor Köhler, suo insegnante di Fisica, scrive lettere a Angela Merkel, per informarla della grave minaccia che incombe sul paese e sull'umanità: il rischio che la realtà possa scomparire da un momento all’altro. Da qui si dipana una trama avvincente (una novità nella scrittura di Krasznahorkai), che si sviluppa attraverso due direttive: da un lato i nazisti, che cercano di scoprire chi imbratta le vestigia che ricordano Bach, che il Boss, loro capo, considera una specie di santo che incarna il vero spirito tedesco e la sua ideologia, e dall'altro i lupi, la cui comparsa getta nello scompiglio la piccola cittadina. In un crescendo incalzante, ricco di azione e colpi di scena (altra novità), le due sottotrame si salderanno conducendo il lettore verso un finale con le caratteristiche dell'apologo e che, a differenza di molti altri romanzi di Krasznahorkai, sembra chiudere il cerchio, regalandoci una riflessione di spessore sulla decadenza della nostra società e sulle sue sorti tutt'altro che magnifiche e progressive.
Gli abitanti di Kana rappresentano gli abitanti di tutte le città, e sono descritti come una piccola comunità chiusa in se stessa, che reagisce davanti alla minaccia in maniera individuale, chiudendosi a riccio e manifestando impotenza, passività e diffidenza che sfociano nel caos. L'unico in grado di vedere il pericolo è Herscht, che non comprende razionalmente quello che succede ma "sente", e quindi sa entrare in armonia con la musica e con la natura, l'unico forse in grado di comprendere il mondo perché privo delle infrastrutture che accecano gli altri.
Herscht 07769 ci propone uno Krasznahorkai diverso: non “addomesticato”, ma certo meno oscuro e più vicino al lettore.

Nessun commento: