domenica 25 novembre 2018

Tom McCarthy – Uomini nello spazio



Leggere Tom McCarthy è come stendere un tappeto prezioso e poi provare ad interpretarlo, sforzandosi di individuare i collegamenti tra le parti e il significato dei simboli; provando ad entrare nella costruzione, indugiando alla ricerca di nessi, di certezze alle quali ancorarci per procedere verso un livello più profondo.
Uomini nello spazio è la storia di un gruppo di anime alla deriva nell'Europa di fine millennio. Sullo sfondo di un'atmosfera bohèmienne, trafficanti bulgari e altri strani personaggi incrociano le loro vite a Praga nei giorni in cui la Cecoslovacchia sta per dividersi in due stati, in un momento storico in cui il mondo sembra privo di un centro, quasi destinato ad espandersi in ogni direzione.
La trama è ricca e contorta, ma in realtà è poco più di un pretesto per tessere una rete nella quale sono identificabili idee caratteristiche dei romanzi di McCarthy: l'importanza dei simboli (in questo caso l'ellisse) e poi riflessioni sulla comunicazione e sulla trasmissione, lo spazio, la copia e il suo rapporto con l'originale ma soprattutto la ricerca del senso più profondo delle cose. In questo caso centrale è un'antica icona e il tentativo di decrittare il significato delle tre parole che vi sono incise. Capire per accedere a uno stadio nascosto che ci apra le porte per una comprensione più "completa" delle cose si rivela (e sempre si rivelerà) un'illusione e il mistero che occhieggia nel buio un sistema di scatole cinesi che attirandoci verso di sé finisce per allontanarci dal vero.

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