sabato 6 luglio 2019

Ivan Aleksandrovič Gončarov – Una storia comune



Una storia comune è un libro sfortunato perché paga inevitabilmente il confronto con Oblomov, come Gončarov paga quello con Dostoevskij e Tolstoj.
Eppure si tratta di un libro godibilissimo: anche se a tratti può risultare manierata e priva di profondità, Una storia comune non è opera da trascurare tout court ma piuttosto da considerare con attenzione. Intorno alle figure del giovane Aleksandr Aduev e soprattutto a quella di suo zio Pjotr Ivanyč (senza trascurare Lizaveta, moglie di quest'ultimo e personaggio tutt'altro che marginale) si gioca un carosello fatto di contrasti, di diadi che si intrecciano in un balletto vorticoso: giovani/adulti, vita di campagna/vita in città, cuore/cervello e soprattutto idealismo/realismo.
Particolarmente interessante e ricca di ironia sottile è la capacità di Gončarov di condurre la trama fuori dalle secche dei luoghi comuni, evitando di cristallizzare i contrasti ma anzi spingendo nel corso della storia i due protagonisti così lontano dalle posizioni di partenza al punto da farli approdare ad una sorta di originale contrappasso, disegnando una traiettoria imprevedibile che porterà addirittura Aleksandr a cercare rifugio nell'atarassia per diventare un "oblomoviano" ante-litteram.
Attenzione però, perché l'autore non persegue nessun intento pedagogico con quest'opera. Non ci sono certezze – sembra dirci Gončarov – le cose succedono indipendentemente dalla nostra volontà. Nessuna ricetta per la vita che sia valida per sempre e per tutti, ci vuole capacità di adattamento e, soprattutto, equilibrio tra cuore e cervello.


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