Un
ballo in maschera
Come
diventai monaca è uno
stranissimo romanzo di formazione, che a partire da un ricordo banale, l'acquisto
di un gelato alla fragola, mostra come le imprevedibili conseguenze di questo
episodio condizioneranno l'esistenza futura del protagonista. Ad un punto di
vista apparentemente innocente, quello del bambino, e ad uno stile narrativo semplice,
fa da controcanto la maniera di rappresentarsi il mondo del ragazzino,
tutt'altro che lineare.
L'autore stesso è il protagonista
di questa surreale autobiografia "spuria", un bambino così
consapevole della propria diversità al punto da immaginarsi con un'identità
femminile. Viene in mente Gombrowicz nel leggere come il giovinetto viva appartato
dagli altri, intento ad un gioco solitario che consiste nel riprodurre il mondo esterno e le sue
dinamiche secondo regole personali, gioco che finisce per diventare il suo
unico scopo, mezzo che gli permette di trascendere la realtà per crearne una
che sia solo sua.
La tesi sostenuta da Aira in
questo romanzo e che ritorna anche in altre opere dello scrittore argentino,
sembra essere quella dell'esistenza di due realtà, quella degli altri e la
nostra: la vita sarebbe così il risultato dell'eterno conflitto tra come sono
le cose e come ci appaiono. Conflitto impari, nel quale siamo destinati a
soccombere perché la realtà è troppo forte per le nostre forze; anche in Come diventai monaca il giovane César
non sfuggirà al suo destino così che quando la realtà verrà a prenderlo lui non
farà nulla per resisterle, anzi si consegnerà spontaneamente a lei, consapevole
(forse) della necessità di chiudere il cerchio.
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