giovedì 16 aprile 2009

Libertà da e libertà di

"[...] Ma ascolta: non è così semplice. La vostra libertà è libertà-da: nessuno dice ai vostri preziosi ego Usa individuali che cosa devono fare. Ha solo questo significato, è una libertà dalla costrizione e dall'imposizione". Guardando sopra la spalla di Steeply, Marathe capì all'improvviso perchè dal cielo sopra la città scintillante fossero state cancellate le stelle: erano i fumi dei tubi di scappamento delle belle luci delle auto in movimento a levarsi fino a nascondere alla città la vista delle stelle e a dare quella luminescenza artificiale madreperlacea alla volta spenta di Tucson. "E libertà-di? Non si è solo liberi-da. Non tutti gli obblighi vengono dall'esterno. Voi fingete di non vedere questo. Dov'è la libertà-di. Come fa la persona a scegliere liberamente? Come scegliere qualcosa di diverso dalle scelte ingorde dei bambini se non c'è un padre pieno di amore a guidare, informare, insegnare alla persona come scegliere? Come ci può essere libertà di scegliere se non si impara come scegliere?"

[D.F. Wallace: "Infinite Jest"]

giovedì 9 aprile 2009

domenica 5 aprile 2009

maestrale

S'è rifatta la calma
nell'aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.

Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s'infrange e ancora
il cammino ripiglia.

Lameggia nella chiaria
la vasta distesa, s'increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.
O mio tronco che additi,

in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda:

sotto l'azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
"più in là"!

[E. Montale: "Satura"]

martedì 31 marzo 2009

Poesia è trovare le parole per esprimere emozioni che non possono essere espresse a parole.

domenica 29 marzo 2009

da La mia candela brucia. Contorni di una nuova poetica

Una poesia deve svilupparsi nel campo di alta tensione fra una teoria e un canto. Ma non, alla maniera di molti semiologi autori di poesia, come una via di mezzo fra canto e teoria, piuttosto come la specifica prassi linguistica che sviluppa il rapporto stesso fra le due cose. [...]
Una poesia che non canta non è poetica, ma un testo poetico che non è cosciente di essere tale non è una poesia. [...]
La poesia nasce dalla tensione fra troppo-senso e quasi-nessun-senso. Troppo senso perchè possa essere espresso, troppa espressione perchè dia senso. [...]
Poiché la poesia si verifica dunque in quanto rapporto fra il senso e la mancanza di senso, fra la teoria e il canto, ciò implica che essa rappresenta il campo in cui è reso visibile il loro reciproco annientamento. Proprio per questo è un pericolo mortale sia per il canto sia per la teoria, ma allo stesso tempo è una grande sfida per entrambe le forme, ciascuna di per sé unica - ma inferiori nel loro reciproco dualismo corpo/anima - superato solo nel supremo metacampo della poesia, che non è possibile ridurre a senso o a mancanza di senso. E in questo risiede il suo significato.

[S.U. Thomsen: "Vivo"]