sabato 1 agosto 2009

Il legame

Filosofo!
1. Le scrivo in risposta alla Sua lettera, quella che Lei si accinge a scrivermi in risposta alla lettera che le ho scritto
2. Un violinista si comprò una calamita e se la portò a casa. Lungo la via il violinista fu assalito da alcuni teppisti che gli fecero saltar via il cappello. Il vento afferrò il cappello e lo fece volare per la via.
3. Il violinista posò in terra la calamita e corse dietro al cappello. Il cappello cadde in una pozza di acido nitrico e l'acido lo bruciò.
4. E intanto i teppisti afferrarono la calamita e si nascosero.
5. Il violinista tornò a casa senza cappotto e senza cappello, perchè il cappello si era bruciato nell'acido nitrico, e il violinista, sconvolto per la perdita del suo cappello, aveva dimenticato il cappotto sul tram.
6. Il bigliettaio di quel tram portò il cappotto al mercato della roba vecchia e lo scambiò con panna acida, grano saraceno e pomodori.
7. Il suocero del bigliettaio fece indigestione di pomodori e morì. Il cadavere del suocero del bigliettaio fu messo all'obitorio, ma poi lo scambiarono e al posto del suocero del bigliettaio seppellirono una vecchietta.
8. Sulla tomba della vecchietta misero un paletto con la scritta "Anton Sergeevic Kondrat'ev".
9. Dopo undici anni questo palo, corroso dai vermi, cadde. E il guardiano del cimitero segò il palo in quattro pezzi e lo bruciò nella stufa. E la moglie del guardiano del cimitero su questo fuoco fece cuocere la minestra di cavolfiore.
10. Ma quando la minestra era già pronta, dalla parete cadde l'orologio dritto nella pentola con la minestra. L'orologio dalla minestra lo tirarono fuori, ma dentro l'orologio c'erano delle cimici, che così ora erano andate a finire nella minestra. La minestra la diedero al mendicante Timofej.
11. Il mendicante Timofej mangiò la minestra con le cimici e raccontò al mendicante Nikolaj della bontà del guardiano del cimitero.
12. Il giorno dopo il mendicante Nikolaj andò dal guardiano del cimitero e si mise a chiedere l'elemosina. Ma il guardiano del cimitero non diede nulla al mendicante Nikolaj e lo cacciò via.
13. Il mendicante Nikolaj si arrabbiò moltissimo e diede fuoco alla casa del guardiano del cimitero.
14. Il fuoco si estese dalla casa alla chiesa, e la chiesa bruciò.
15. Fu condotta una lunga inchiesta ma risultò impossibile individuare la causa dell'incendio.
16. Sul posto dove stava la chiesa costruirono un club, e il giorno dell'apertura del club organozzarono un concerto al quale prese parte il violinista che quattordici anni prima aveva perduto il cappotto.
17. E tra il pubblico sedeva il figlio di uno di quei teppisti che quattordici anni prima avevano fatto saltar via il cappello al violinista.
18. Dopo il concerto tornarono a casa con lo stesso tram. Ma il conducente del tram che veniva dopo il loro era quello stesso bigliettaio che allora aveva venduto il cappotto del violinista al mercato della roba vecchia.
19. Ed ecco che a tarda sera vanno in tram per la città: davanti il violinista e il figlio del teppista, e dietro di loro il conducente, ex bigliettaio.
20. Vanno in tram, e non sanno quale legame vi è tra loro, e non lo sapranno fino alla morte.

[Daniil Charms: "Casi"]

mercoledì 29 luglio 2009

Potenza del linguaggio

"Ciò che non è espresso tende a non esistere".
E' stupefacente pensare alla moltitudine di avvenimenti del ventesimo secolo e alle persone che vi hanno preso parte, e capire che ognuna di queste situazioni sarebbe stata degna di un'epopea, di una tragedia o di un poema lirico. E invece nulla, si sono inabissate, lasciando dietro di sè una traccia evanescente. Si potrebbe dire che persino la più possente, sanguigna e vitale personalità è solo un'ombra in confronto a un'efficace combinazione di parole, per quanto poche esse siano, per quanto non descrivano altro che una luna nascente.

[C. MIlosz: "Il cagnolino lungo la strada"]

domenica 26 luglio 2009

domenica 28 giugno 2009

Una barca chiamata Desiderio


Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa (il fiocco a collo e la barra sottovento) che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione.
Forse conoscete quella barca che si chiama Desiderio.

[Henri Laborit: "Elogio della fuga"]

sabato 27 giugno 2009

Sulla riva del mare

Dal momento che mi trovo sulla riva del mare, dal mare posso imparare. Nessuno ha il diritto di pretendere dal mare che sorregga tutte le imbarcazioni o di esigere dal vento che riempia costantemente tutte le vele. Così nessuno ha il diritto di pretendere da me che la vita divenga una prigione al servizio di certe funzioni. Non il dovere prima di tutto, ma prima di tutto la vita! Come ogni essere umano, devo avere diritto a dei momenti in cui posso farmi da parte e sentire di non essere solo un elemento di una massa chiamata popolazione terrestre, ma di essere un'unità che agisce autonomamente.
[Stig Dagerman: "Il nostro bisogno di consolazione"]