domenica 5 febbraio 2012

Primo Gennaio



Scivola silenziosa sull'acqua immobile
una barca che passa - lontano
sfiora i flutti, suscita sogni,
si lascia alle spalle scie di spuma bianca.

Velo di sposa che striscia verso l’altare,
strappo nella carne che il mare ricuce.

Sono la barca che esce dall'ombra,
figliol prodigo che torna alla casa paterna.

Allento le cime, poi spiego le vele,
annuso l'aria e tendo le orecchie
attratto dall'incanto delle mie sirene.

Non importa che nulla accada,
finché posso immaginare che tutto accadrà.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

sabato 4 febbraio 2012

Wisława Szymborska. In memoria


Elogio dei sogni

In sogno 
dipingo come Vermeer van Delft.


Parlo correntemente il greco
e non solo con i vivi.


Guido l’automobile,
che mi obbedisce.


Ho talento,
scrivo grandi poemi.



Odo voci
non peggio di autorevoli santi.



Sareste sbalorditi
dal mio virtuosismo al pianoforte.



Volo come si deve,
ossia con le mie forze.



Cadendo da un tetto
so cadere dolcemente sul verde
.


Non ho difficoltà
a respirare sott'acqua.



Non mi lamento:
sono riuscita a trovare l’Atlantide.



Mi rallegro di sapermi sempre svegliare
prima di morire.



Non appena scoppia una guerra
mi giro sul fianco preferito.



Sono, ma non devo
esserlo, una figlia del secolo.



Qualche anno fa
ho visto due soli.



E l’altro ieri un pinguino.
Con la massima chiarezza.



[Wisława Szymborska: "Vista con granello di sabbia"]

sabato 28 gennaio 2012

Mikhail - Shshlin - Lezione di calligrafia




Vivere o sopravvivere?

Impressionante prova di bravura di uno scrittore che a soli 26 anni dimostra di aver letto e assimilato i grandi classici della letteratura russa. Le memorie di Larianov è un romanzone di stampo ottocentesco nel quale Shishkin ci descrive la parabola esistenziale di un uomo “tenero, sognatore, presuntuoso, stupido ed ordinario” (per usare solo alcuni degli aggettivi con i quali il protagonista verrà descritto nelle pagine del libro). 
Il giovane Larianov è un idealista che crede nel futuro, nella patria, nella buona fede degli uomini e nella possibilità di cambiare le cose. La vita militare lo farà scontrare con una realtà diversa da quella che aveva previsto e lo spingerà a ritirare la testa nel carapace tornando alla rassicurante mediocrità della dacia in campagna e sposando la ragazzina che lo amava. Ma Larianov non è uomo d'azione ed anche in un ambito più ristretto rispetto a quello militare non riuscirà ad imporre la sua personalità a causa dell'usuale mancanza di nerbo, preferendo di nuovo la fuga al confronto con la realtà. 
A Kazan si innamorerà, ma una volta respinto perché giudicato “ordinario” non farà nulla per conquistare il cuore dell'amata ma si limiterà a viverle accanto come molti altri. L'insurrezione in Polonia sembra poter risvegliare la coscienza di Larianov, ma si rivelerà l'ennesimo fuoco di paglia perché il disincanto, la convinzione di non poter cambiare le cose (l'oblomovismo, direi) alla fine avranno la meglio soffocando gli ultimi rigurgiti di idealismo al punto che Larianov finirà per tradire e mandare agli arresti l'amico. Un tradimento per paura, per difendere se stesso, ma – quel che più conta – un tradimento consumato senza sensi di colpa, addirittura con un sorriso. 
Ancora un romanzo sul nicevò, sul fatalismo e la rassegnazione che sembrano essere tratti dei quali l'anima russa non riesce a liberarsi. Larianov non è un sempliciotto, ha capacità di analisi e vede perfettamente quali sono le cose che non vanno e perché, ha ideali e voglia di metterli in pratica, ma il muro che si trova davanti sembra un ostacolo troppo alto da superare, tanto da spingerlo a ripiegare su una vita a luci spente, senza sogni né speranze. 
Sopravvivere, appunto, non vivere.