Ho
perso gli splendidi sogni
che si arruolavano al risveglio,
freddo
e in attesa. Quel mondo è una guerra adesso
il sorriso portatile
eclissa un altro luogo
la cuffietta del guerriero è colma di
sabbia.
Il copricapo biondo è fradicio
il raggio ha asportato
la tua foto
se lo spazio potesse immaginare un pilota
le nuvole
sarebbero stracci, frumento il sole
una piccola danzatrice ha
ornato il copriletto di sangue rappreso
una fontana perforata
presumeva
che la cravatta centrale fosse quella esatta di
destra
quella con le pesche ammezzate e le viole
e il brusio
dell’acqua frizzante
che sgorga dal sereno
annerirsi di
spazio, il suo vuoto
lanciato verso l’acqua, il motore tetro
che
singhiozza, negazione dapprima
lo vedi questo non puoi
farmelo
insomma, avevamo opinioni diverse
occhi e clitoride un
milione di miglia da
la minuta e persistente trazione.
L’albero
era festonato di escrementi di uccelli
aria di montagna l’oggetto
delle nostre tre conversazioni
il bimbo saltò con contentezza
sulle
pagine occidentali—perfino meglio di quanto non sia
pietre
del giorno
la polizia formò un cordone ai congegni
dove
giocavamo
una pagina strappata con un’oasi
appassionata
chiederemo loro di
il gattino, la pietra troppo
cresciuta sta alla pari
l’erba e le ovaie solide
un ananas
vicino
e il legname sulla pianta sul retro
tu in particolar
modo non perché sei noto
quell’albero del mezzogiorno—pretesto
delle tue radici
sono tra diverse droghe
sul pazzo mercato
azionario
vicino alla tua banca ottusa.
Spesso mi hai domandato
fuori orario
il pinnacolo di vetro, la sua manutenzione e
crollo
sapendo che se fossimo stati in una stalla
pannelli di
paglia sarebbero… Che vada
l’orto botanico esplode di
gelsomino e lillà
e qui non annuso altro che inchiostro di
giornale
il tè è andato giù
tutto è andato giù
facilmente
lui torna a venire di continuo, maledizione
delle
albe flessibili
che intreccia pomeriggi—che un fischio sia il
risultato
alcune sere nel loro clima presidente
il suo mandato
stipato di ghiaccio
la credenza esplose sotto milioni di candele
e
speranza… un grigio Niagara.
Sotto
l’acqua frantumata sulla roccia
la colomba influenza l’uomo…
nel suo fardello
composto di cannibalismo e quiete
i topi
ruggiscono e un etiope
spruzza perline di piombo sulla pupa
d’argilla
una volta che l’ossigeno viene tolto le
braccia
possono tornare a muoversi liberamente.
I soldati sospirano
comodamente
nella guarnigione, tu non ti fidi più di me.
Un
giorno piovoso ci portò la verità
che la suffragetta aveva
proclamato
e la cera aveva scompigliato
solo la bellezza
offriva peccato
estraendolo dal tondo e dall’ovale
qualcosa
che si addicesse agli orli dell’alba
la casa dove
accadde che la terra bruciava stagione su tale
feccia
la staccionata tolta e tutta la piastrellatura sparita
Di
nuovo salendo in mongolfiera
leggendo dalle pagine dell’elenco
telefonico
lo scooter e l’etiope se l’erano
svignata
l’edificio andava demolito
un piacevole occhiolino…
avevi detto che il sole tramontava
e c’erano solo altre
onde,
altro Nilo… In questi momenti penso spesso all’uomo
che…
i pagamenti ebbero accesso alla notte
della sua rivendicazione un
universo perfetto
onice, imperturbabile, pacata… vedi, la
sessione s’era conclusa
uno mi si avvicinò
loro velano il
cielo
plasmato in nuova purezza, il cargo
un cielo, la leva
comunque
i tre del personale della piantagione
non vennero mai
premiati. Mescolata
all’indistinguibile
giorno, e notte, la luna nuova
orbita con cenere sotto al
cammino
folle nella notte si fermarono alla caduta
luci
fluiscono innegabilmente allontanandosi
la purga è da due soldi.
Bloccato da un camion a rimorchio
sposta la tua zavorra,
radioso
in percallina a quadretti
lo sceriffo
spigolava,
tutto superiore, e il grano
scomparve per sempre, il rifugio
che
il ranch
fiore lacerato che corona giornata curiosa.
Un albero
maestro del tutto – non eliminato
aggiustando il modo in cui
sorridi
i raggi del sole viaggiarono fino a me
il sentiero…
si fermò solo dove tu camminasti oltre il dovuto
e libagione. La
risposta aveva finito,
nuvole salivano svelte, la mobilia
epoche
lontana presso la pagina strappata del libro
dimenticato al
sole
la falena rosa vicina al suo confine
un mutamento di un
milionesimo
se dobbiamo continuare
e l’oasi in fiamme
il
deserto ammutolito, i nubiani sprofondati nei sogni
spaventati dai
gufi. Tu devi riscuotere la confisca
noi cambiamo questo blocco
concavo, la differenza tra noi tre
le guardie al picco brumarono
la sua porta
un tavolo per tre
va via la luce—essuda
la
tua idea—appollaiato su un’insegna estremamente crassa
nemmeno
la più difficile, ma l’adozione non è modo
v’era un’estasi
calma nel modo in cui lei parlava
forse potrei passar sopra al
modo in cui lo scherzo
si rivoltava sempre contro di me, alla
fine.
Le sbarre erano state tolte da tutte le finestre
c’era
qualcosa di cheto nel modo in cui la luce le entrava
nel
trousseau. Vino pescato dal mare—loro non avevano saputo
che noi
stavamo arrivando rilassati per sempre
noi stavamo fuori dalla
terra perché se ti allontani troppo
da un profumo puoi spremerne
fuori la vita
una foca apparve e poi le altre
gialle nel sole
immenso.
Un cane da guardia si esibì ed essi trionfarono
il
giorno era tetro—ghiaccio invece di aria
il sospiro dei bambini
alla musica scorsa
che soppiantava i latrati del bastardino.
Era
fino a questo punto che si sarebbe spinta—
Una taverna con
piante.
Dinamite distante sull’orizzonte
e un seguito, e un
trambusto. Delfini sabbia-
repellenti. Sciami di
bulldozer
squassarono la costruzione, e lei morì ridendo
perché
solo una volta la prosperità lascia che te la cavi
sulla tua
soglia lei soleva spiegare
che accadrebbe se i mercanti di ritorno
al mattino mettessero al traino l’orlo del furgone
di sera si
dovrebbe essere ben svelti a levarseli di torno.
Il giudice bussò.
Le zinnie
non avevano mai avuto un aspetto migliore—rosse,
gialle e blu
erano, e i non-ti-scordar-di-me e le dalie
almeno
sessanta diverse varietà
mentre la persiana s’alzava
e
l’ambulanza arrivava sfrecciando nella polvere
del nuovo giorno,
la luna e il sole e le stelle,
e l’iceberg affondava adagio
nel
vulcano e il mare fuggiva lontano
giallo sulla sabbia calda, verde
come gli alberi verdi.