Nel 1849, all'età di 28
anni, Dostoevskij veniva arrestato e condannato a morte per la
partecipazione a circoli rivoluzionari, condanna poi convertita in
lavori forzati in Siberia fino al 1854.
All'epoca aveva già
pubblicato alcuni romanzi (Povera gente e Il sosia) e qualche
racconto, opere nelle quali è già in nuce quello studio della
personalità e dell'animo dei personaggi che risulterà centrale
nelle grandi opere della maturità.
Memorie da una casa morta
testimonia come la vita carceraria e l'esperienza di deportato in
Siberia abbiano esercitato una forte influenza sul grande scrittore
russo, indirizzando la sua ricerca anche su altri importanti aspetti
come quello sociale e soprattutto lo studio del delitto (delle cause
che portano l'uomo a maturare questa scelta) e della pena (degli
scopi del sistema carcerario e delle sue influenze sui detenuti), qui
affrontati in maniera ancora frammentaria e slegata, rimanendo a
livello di riflessioni o poco più, ma che in seguito verranno
rielaborati in maniera organica a costituire la spina dorsale dei
suoi grandi romanzi.
Memorie da una casa morta
è una specie di reportage della vita carceraria dello scrittore, un
resoconto delle sue avventure da detenuto con le descrizioni dei
compagni di prigionia alternate alle considerazioni dello scrittore.
Diversi sono gli spunti
di riflessione: l'assenza di pentimento nei prigionieri, in realtà
convinti delle ragioni dei loro gesti, la difficoltà di definire il
delitto in maniera chiara, il sistema carcerario inteso come
esclusivamente punitivo, la disparità delle pene per delitti simili,
l'avidità per il denaro che poi viene bruciato in un attimo in
cambio di qualche sogno, l'analisi di quello che succede nell'animo
umano dopo che si è varcato il limite della legalità, il diritto al
rispetto della dignità della persona, la resistenza dei puniti al
dolore e il loro stato d'animo nell'affrontarlo, l'influenza
dell'ambiente sull'uomo, le lusinghe del potere e la sensazione di
ubriacatura che da a chi lo esercita, la necessità di un scopo.
A ciò si alternano, come
detto, i personaggi che passano sotto la lente di ingrandimento di
Dostoevskij che ne tratteggia i caratteri: uomini dominati dal
temperamento ed altri in grado di tenere perfettamente a bada gli
istinti, figure passive e prive di personalità, persone bruciate
dall'ansia e altre cariche di amor proprio.
In sintesi Memorie di una
casa morta mi è sembrata un'opera di passaggio, con la quale
Dostoevskij mette su carta le riflessioni scaturite da un'esperienza
di vita così importante come quella della prigionia, riflessioni che
necessiteranno di sedimentazione per essere poi rielaborate al
momento opportuno.