sabato 12 marzo 2022

Applausi nel cassetto – Ana Blandiana



«Nulla è più falso che immaginarti di stare a guardare dalla riva, mentre in realtà scorri insieme con l'acqua».

Opera formidabile, dalla lunga gestazione (10 anni) e dall'architettura complessa, con la trama che risulta frammentata in almeno tre storie diverse collegate secondo un'originale "teoria dei flussi" e che tendono a convergere e mescolarsi nel finale. C'è il racconto dello scrittore Alexandru Șerban scritto in terza persona, quello che si svolge nel libro che Șerban sta scrivendo, e quello autobiografico di Ana Blandiana. A tutto ciò si aggiungono sottotrame e dialoghi interpolati con brandelli di interrogatori della Securitate ai personaggi del libro.
Applausi nel cassetto è un gioiello di una grande intellettuale da seguire con attenzione, che parla della Romania ai tempi della dittatura di Ceaușescu, della claustrofobia di un'epoca difficile da spiegare e dei meccanismi che mescolando paura e abitudine, vigliaccheria e istinto di conservazione, portarono la popolazione a sottomettersi al giogo del Conducător.
Con una scrittura "alta", lirica e al tempo stesso analitica nell'affrontare le pieghe del pensiero e restituire i sentimenti dei personaggi e i suoi, Blandiana utilizza l'intersezione dei piani narrativi che sovrappongono vero e immaginario per testimoniare lo smarrimento di chi scriveva in quegli anni e si aggirava come un sonnambulo in un mondo nel quale i confini tra incubo e realtà risultavano incerti.
Nelle pagine del libro reale e fantastico sfumano uno nell'altro, così come autore e protagonista finiscono per confondersi; tutto diventa ambivalente, contraddittorio, avvolto in una danza tra vero e immaginario, con la realtà che diventa forse più finta del mondo immaginato dalla scrittrice.
"La vita è un libro" – si dice verso la fine, per poi aggiungere che "non puoi fuggire dal tuo libro". È questo uno dei punti chiave di Applausi nel cassetto, la riflessione sulla necessità della scrittura e insieme sui suoi rischi e sui suoi limiti.
Quello che non devo perdere di vista è che io non sono il personaggio, ma l'autore di questo libro. Questo perché la tentazione di passare da una categoria all'altra è tanto più grande quanto è infinitamente più facile essere personaggio piuttosto che autore. Anche se da un certo punto di vista l'autore è anche lui un personaggio, più drammatico e complicato, di qualcun altro.

domenica 6 marzo 2022

L'altro nome. Settologia I-II – Jon Fosse



"Ciò che voglio mostrare ha a che fare con la luce, e con il buio, riguarda il buio luminoso così come è in tutta la pienezza del nulla"

Asle è un pittore, vedovo, che ha smesso di bere. E poi c'è un'altra possibilità di essere Asle: un pittore, semialcolizzato che si trascina tra la casa e il bar. Asle, Ales, Alise, Åsleik… nomi e altri nomi.
I primi due capitoli della settologia di Fosse sono un lunghissimo monologo senza punti che procede per accumulazioni e ripetizioni. Molte riflessioni, lunghi silenzi e pochi avvenimenti che si depositano sulle pagine portando acqua al mulino della trama, nella speranza – probabilmente vana – che possa macinare il grano della conoscenza. I dialoghi sono fili sottili, sincopati, frecce prive di velocità che cadono senza avvicinarsi al bersaglio, salvagenti che non raggiungono l'uomo che annaspa nel mare. I sentimenti sembrano qualcosa di distante, che se c'è stato ormai è passato, come la vita che scorre e va dove vuole. 
Un libro sul senso della vita e della morte, sul tentativo di descrivere (se non comprendere) come vanno le cose, un libro sulla presenza e sull'assenza di Dio.
Per il protagonista dipingere è un modo di cancellare le immagini, dimenticarle perché smettano di perseguitarlo. È il dolore che va allontanato, o almeno tenuto a freno, per provare ad avvicinarsi alla quiete interiore annullandosi nel vuoto del silenzio: dipingere e scacciare il dolore per far emergere la luce dal buio.

"e in ciò che dipingo deve esserci una luce, una luce invisibile, penso, […] e la cosa strana è che il modo più facile per fare splendere i quadri è quando sono scuri, sì, e neri, sì, più scuri e neri sono i colori e più brillano, e per me il modo migliore per vedere se un quadro riluce e rendermi conto di quanto sia forte e debole questa luce, e dove sia, è quando spengo tutte le altre, quando è scuro come la notte più buia, e ovviamente è più facile vedere quando all’esterno regna l’oscurità più assoluta, […] sì, a dire la verità per me il dipinto non è concluso fino a quando non l’ho visto nell’oscurità più totale, perché in un certo senso gli occhi si abituano al buio e osservo il quadro sotto forma di luce e buio, e vedo se emana una luce, dove e come, ed è sempre, sempre la parte scura del quadro a splendere di più e penso che forse è così perché è nella disperazione, nelle tenebre che Dio è più vicino."

I personaggi di Fosse trascinano le loro esistenze muovendosi lenti in mezzo alla neve, aggirandosi come spettri che hanno perso la via e vagano senza meta dal freddo della strada al vuoto dei loro appartamenti. Asle cade e si perde, mentre dalle finestre dei palazzi sembrano osservarlo i fantasmi di Ibsen, Strindberg, Beckett, e dall'ultimo piano pare di scorgere anche il profilo di Joyce.

sabato 19 febbraio 2022

Cronorifugio – Georgi Gospodinov

 


Dando tempo al tempo

La memoria è materiale da maneggiare con attenzione e con Cronorifugio Gospodinov si dimostra all'altezza dei giganti che l'hanno preceduto, proponendoci un'interessante elaborazione del tema interpretata secondo i canoni del romanzo post-moderno, inserendo nella narrazione aspetti metaletterari, parti diaristiche, micro-racconti, disegni, riferimenti alla cultura pop e a quella "alta", il tutto espresso attraverso uno stile colloquiale e un perfetto equilibrio di ironia e malinconia che rappresentano il marchio di fabbrica dello scrittore bulgaro.
Gaustin, l'alter ego con cui l'autore ha già dialogato anche nelle opere precedenti, è una specie di ebreo errante, un Prometeo che cerca di strappare il velo del Tempo per ricreare il passato, e la sua idea di una clinica della memoria un ottimo stratagemma per parlare dei ricordi e riportare in superficie storie (poco importa se reali o inventate) che altrimenti sarebbero destinate all'oblio.
Una allegoria di un'epoca, la nostra, che sembra aver perso la memoria e per questo sembra rifugiarsi in un passato "di comodo": un rifugio sterile nel quale è bello accomodarsi per respirare ancora un po' i sapori dell'infanzia o quelli della giovinezza. Gospodinov, in un'ideale e sorprendente convergenza con Memoria della memoria di Marija Stepanova identifica perfettamente come la memoria sia un'arma a doppio taglio perché se non accompagnata dalla volontà di comprendere davvero il passato rischia di ridurlo a una palude nella quale la contemporaneità si rintana per non dover affrontare l'oggi e provare a costruire il domani.

domenica 6 febbraio 2022

Il banchetto annuale della confraternita del becchini – Mathias Énard

Cerchi nell'acqua


Scrittura piana e scorrevole, registro colloquiale, trama sottile (un etnologo in trasferta nella campagna francese per una tesi di dottorato)… tutto farebbe pensare di trovarsi davanti a un romanzetto come mille altri, una storiellina che strizza l'occhio all'ecologismo e alla vita bucolica, l'ennesimo libretto che ci parla del "logorio della vita moderna" (cit. Cynar), magari condendo il tutto con una spruzzata di citazioni colte che di questi tempi non fa mai male.
Errore: queste considerazioni posso essere applicate al massimo al primo capitolo del libro, e rappresentano la superficie, la strategia adottata da Énard per attirare il lettore nella sua ragnatela. Quel primo capitolo, e le storie che abbozza, sono solo il sasso che cade nell'acqua e cadendo crea una serie di cerchi concentrici che si dilatandosi finiscono per portare la trama in mille direzioni diverse, soprattutto temporali.
D'altra parte lo scrittore ci aveva già avvertito nell'esergo: qui si parlerà di vite che si rincorrono nella ruota del tempo, di morte intesa come passaggio dell'anima da un corpo all'altro, da un'epoca all'altra, in modo da far diventare – miracolo della scrittura – il Marais Poitevin, una piccola zona nel sud della Vandea, il centro di un mondo immaginifico.
I cerchi si allargano e le acque si increspano: la scrittura prende a scorrere in maniera impetuosa a da lieve si fa rabelaisiana, la trama diventa un fiume in piena che si ramifica in mille rivi: sono i racconti dei componenti della confraternita dei becchini che si succedono con un procedimento simile alle novelle delle Mille e una notte. La scrittura si impenna e noi siamo costretti a rincorrere Énard che si infila lesto in un vagabondaggio letterario che non può non far pensare a Sebald: Gargantua e Lucrezio, Clodoveo e Alarico, Enrico di Navarra e Severino Boezio diventano non più i protagonisti della Storia ma gli interpreti di piccole storie che interessano la regione della Francia al centro del racconto.

Occhio lettore a Mathias Énard, è un nome da tenere d'occhio perché una delle direzioni della narrativa contemporanea passa da qui.

sabato 15 gennaio 2022

Best book award 2021

 




37 libri letti dal nostro gruppo nell'anno trascorso, quasi esclusivamente opere di narrativa.

8 sono i romanzi scritti nel primo Novecento
11 nel secondo Novecento
18 negli anni 2000

7 sono libri italiani
3 statunitensi
2 argentini, francesi, greci, tedeschi, russi e rumeni
1 australiani, brasiliani, bulgari, cileni, inglesi, lettoni, messicani, mozambicani, norvegesi, portoghesi, serbi, svedesi, svizzeri, ungheresi e uruguaiani

Questa la classifica completa:

50

Horcynus Orca

Stefano D'Arrigo

ITA

1975

50

Solenoide

Mircea Cărtărescu

ROM

2015

50

Odissea

Nikos Kazantzakis

GRE

1938

50

Clessidra

Danilo Kiš

SER

1972

50

Memoria della memoria

Marija Stepanova

RUS

2017

50

La metà del doppio

Fernando Bermúdez

ARG

1997

50

L'altro nome. Settologia I-II

Jon Fosse

NOR

2019

50

Cronorifugio

Georgi Gospodinov

BUL

2020

50

Le femmine - Vecchio scorticatoio

Wolfgang Hilbig

GER

1987

50

Il serpente

Stig Dagerman

SVE

1945

50

Ebdòmero

Giorgio de Chirico

ITA

1929

50

Le pianure

Gerald Murnane

AUS

1982

49

Hamburg. La sabbia del tempo scomparso

Marco Lupo

ITA

2018

49

Il pozzo

Regīna Ezera

LET

1972

48

Il banchetto annuale della confraternita dei becchini

Mathias Enard

FRA

2020

48

Sopra i fiumi che vanno

António Lobo Antunes

POR

2010

48

Gli anelli di Saturno. Un pellegrinaggio in Inghilterra

W. G. Sebald

GER

1995

48

Tre orfani

Giorgio Vasta

ITA

2021

48

Hagard

Lukas Bärfuss

SVI

2017

48

Kornél Esti

Dezső Kosztolányi

UNG

1934

48

Contro l'impegno

Walter Siti

ITA

2021

48

Il realismo è l'impossibile

Walter Siti

ITA

2013

47

L'occasione

Juan José Saer

ARG

1988

47

Pnin

Vladimir Nabokov

RUS

1957

47

Il re pallido

Davud Foster Wallace

USA

2011

46

Le Ortensie

Felisberto Hernández

URU

1949

46

Lo stadio di Wimbledon

Daniele Del Giudice

ITA

1983

46

La pianura in fiamme

Juan Rulfo

MEX

1950

42

Il tempo è un bastardo

Jennifer Egan

USA

2010

40

Orientamento

Daniel Orozco

USA

2011

39

Poesie

Odisseas Elitis

GRE

37

La baia

Cynan Jones

GBR

2016

37

La Grande Beune

Pierre Michon

FRA

1996

36

La vita comincia venerdì

Ioana Pârvulescu

ROM

2009

34

Perle

Mia Couto

MOZ

2011

32

C'era una volta un passero (Al tiro)

Alejandra Costamagna

CHL

2013

30

Don Casmurro

Machado de Assis

BRA

1899


La miglior lettura del 2021 è:


Cronorifugio di Georgi Gospodinov