domenica 28 giugno 2009

Una barca chiamata Desiderio


Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa (il fiocco a collo e la barra sottovento) che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione.
Forse conoscete quella barca che si chiama Desiderio.

[Henri Laborit: "Elogio della fuga"]

1 commento:

Elena ha detto...

Sono momenti, quelli in cui occorre seguire necessariamente la rotta dei carghi, per non ritrovarsi senza veliero.. e poi gli altri, quelli della scoperta, dirompente, nuova. Del desiderio.
Ciao Lars