domenica 29 novembre 2009

Dalla finestra


Domenica mattina, dieci e trenta. Altri pensieri... sono sveglio da poco. Alla finestra, per caso. Sollevo la tenda con due dita, poi appoggio la spalla contro il muro della sala. Uno sguardo verso il giardino, distratto.
Un passero su un vaso, davanti al cancello d’ingresso.
E’ il vaso dell’acero giapponese, pochi rami spogli. Il passero è fermo, ben saldo sulle zampe, ma gira il capo in tutte le direzioni, a scatti. Chissà cosa pensa. Chissà se pensa. Fa freddo fuori, il cielo è immobile. Sembra tutto così bloccato, sospeso. E’ un attimo, poi improvvisamente il passero vola via. Ora il vaso è vuoto.
Cos’è stato? Quanto è durato? Poco, pochissimo. Forse un’infinità.
Abbasso la tenda, mi sposto dal muro, mi avvio verso la cucina e tutto torna come prima. Io alle mie occupazioni, il passero alle sue. Ognuno alla sua vita.

[Lars W. Vencelowe: "Pensieri, parole, opere ed omissioni"]

2 commenti:

alexandra ha detto...

Qualcosa di bello e misterioso deve essere successo.

Lars W. Vencelowe ha detto...

ciao Alessandra. Già, forse qualcosa è successo. O forse no. Mi piace l'idea di qualcosa di indefinito che rimane sospeso, incombente.
LWV