sabato 6 marzo 2010

Mordred

Ora non ho retro nè fronte.
Sono come sono alcune persone
che non ti dicono mai come sono
ma sai che sono come te, e lo sono.

Io ero soprannaturalmente saggio
ma era primavera, non c'era nessuno a preoccuparsi o da fare.
Era primaverea e gli irrigatori a pioggia erano in funzione.

Baia, insenature, rocce viscose
quelli sono i piaceri di qualcuno. Piaceri che non se ne vanno
ma che non è proprio che restino,
restino nel modo che avrebbero dovuto.
Ne ho catturato uno alato,
l'ho guardato fisso negli occhi:
qual'è la tua supposizione? Oh, a me piace solo vivere,
il resto non m'importa granchè,
niente affatto, se vuoi.
Ma a me sì, dissi. Allora, beh, è come una radura
nel buio che non puoi vedere. Il buio è destinato a noi tutti.
Ad esso ci si abitua. Poi di nuovo spunta il giorno.
E' questo che voglio dire quando dico del vivere
che potrebbe andare avanti, andando altrove,
ma non lo fa, sta qui, più o meno.
Devi batterti per lui, allora combatte per te,
ma ciò non è necessario. Andrà avanti a vivere comunque.
Dico ti spiace, mi sto stancando.

Ma c'è un'ultima cosa che devo sapere di te.
Ti ricordi una fucina a mezzanotte
attorno a cui strisciavano gli spettri del lebbrosi, che erano fabbri ferrai
in un tempo persistentemente non identificabile, e poi te ne sei andato così?
Ricordi come cadeva lento il martello
portando tutta quella canzone con te.
Ricordi la musica dei cavalli da tiro
che potevano eseguire solo contro un muro.
Perfetto, quanto poco ti costa il tutto allora?
Eri uno scolaro, ora hai passato la mezzetà,
e la grande lotteria non c'è stata.

Vedo che devo andare.
E' proprio che mi piace vivere,
mi piace solo vivere.
Un giorno o l'altro dovrai dirmi delle tue intenzioni,
ma adesso devo stare qui su questa corsia di sorpasso
nel caso arrivino le vettovaglie
che non mi servono, perchè sono una creatura che vive, respira.
Ma ti ho chiesto del tuo cappello.
Oh, sì, beh, è importante avere un cappello.

[J. Ashbery: "Un mondo che non può essere migliore"]

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