domenica 11 settembre 2011

Lerici


Dire degli alberi che scodinzolano in rada
in bilico tra la voglia di strappare il guinzaglio
per rincorrersi ancora volta sull’azzurro del prato
e il dubbio che l’ultima corsa sia stata quella trascorsa
è dire di questi giorni sospesi
tra sogni appassiti e cose da fare.
Giorni di gente seduta ai tavolini dei bar
e già un po’ lontana,
gente che si guarda guardare
con occhi che non vedono più.
Valigie si chiudono
e mani si separano
sotto il sole stanco di giorni che sfuggono
e che nessuno cerca di fermare,
che non si può, o non si vuole,
che è già tempo di andare.
Giorni d’attesa,
di persone in fila ad aspettare,
giorni di cassetti vuoti
e di pensieri antichi,
di nuvole che passano incerte
e di macchine che accendono i motori
e partono
e vanno via.
Il prossimo anno, forse , torneranno.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

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