sabato 7 gennaio 2012

Quindici anni in una pagina

Persistendo nella sua condizione di sonnambulismo, Aglaja perse il controllo sullo scorrere del  tempo, non sapeva più cosa era accaduto un giorno o cinque anni prima, e cosa le stava succedendo ora. Si accorgeva solo delle manifestazioni particolari di quei cambiamenti globali: la vodka era in vendita dalle undici, poi dalle due, poi dalle cinque, poi tutte le ventiquattro ore. 
Di tanto in tanto, accendendo la televisione,vedeva i funerali di un pezzo grosso sulla Piazza Rossa. Uno veniva seppellito, l'altro teneva il discorso ufficiale. Chiudeva un attimo gli occhi, li apriva: e già stavano seppellendo quello che aveva appena parlato e quello che parlava ora lo dovevano sorreggere. Chiudeva, apriva - sentiva le parole: perestrojka, accelerazione, glasnost'. Sullo schermo apparivano meeting, bandiere, manifesti, il popolo incitava: "Boris, sbaragliali!" Boris gettò la tessera di partito sul tavolo, si arrampicò su un carrarmato, dal carrarmato spararono sulla Casa Bianca, fu inaugurata l'economia di mercato. Arrivò la postina, portò la pensione: trecentomila rubli. Aglaja pensò: niente male! Aveva paura ad andare in giro con tagli così grossi, raccattò tre rubli e sessantadue copechi di moneta e corse al negozio a prendersi una bottiglia. "Ehi, mammetta, vieni giù dalla luna?" le dissero. "Perché?" "Come perché!" "La vodka non costa tre rubli e sessantadue, ma venticinquemila." Ripiombò nella realtà e si spaventò. Comprava la vodka ogni giorno e si era abituata all'aumento dei prezzi, ma qui era come se le fossero scivolati via dalla memoria anni interi. Corse a casa, prese quello che le era necessario, e poi tornò indietro per andare al Comitato principale del partito a chiedere quando sarebbe finito quel casino. E invece, là dove cercava il Comitato del partito, trovò il casinò "La ruota della fortuna" con lo show erotico "Volo notturno". Fermò un ragazzino che passava di lì in bicicletta e gli chiese se sapeva dove avevano trasferito il comitato provinciale del PCUS. Lui chiese: "PUS cosa?" E dopo esserselo fatto ripetere una seconda volta senza capire, se ne andò. In cortile incontrò Babalja e lei le spiegò che negli ultimi anni era stato restaurato il capitalismo, il PCUS si era sciolto, presto Lenin sarebbe stato portato via dal Mausoleo e la famiglia imperiale sarebbe stata sepolta con tutti gli onori a San Pietroburgo. A Leningrado, la corresse Aglaja. Ma venne fuori che non c'era più nessuna Leningrado, c'era San Pietroburgo.
Aglaja uscì per strada, scambio il voucher per una bottiglia e cadde di nuovo in letargo.

[Vladimir Vojnovic: "Propaganda monumentale"]

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