Vivere
in un sogno, o meglio: vivere di sogni. Sempre, anche nella vita di
tutti i giorni. Fissarsi obiettivi lontani, troppo lontani, e
perseguirli come se fossero realizzabili. E’ come un gioco.
Ho
sempre avuto questa sensazione sin da piccolo: per dedicarmi con
successo a qualche impresa, per riuscire bene in quello che faccio,
non potevo accettare imposizioni, dovevo essere io a decidere tempi e
modi ma soprattutto vivere la cosa come un gioco.
Ed
ancora oggi è così. Gioco tutti i giorni. Nella vita reale,
creandomi mete irraggiungibili. Nella scrittura, costruendo un mondo
parallelo. Alla sera, prima di dormire, quando mi immagino vite che
non vivrò mai. Probabilmente c’è una parola per definire tutto
questo, si chiama immaturità.
Lo so. E me la tengo ben stretta.
[Lars W. Vencelowe: "Pensieri, parole, opere ed omissioni"]
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