sabato 14 luglio 2012

Dalla grotta Byron


E’ una selva di pini
che agita le chiome
dentro diga.
Il Libeccio un pastore 
che guida le onde
nella gola sotto San Pietro.

Un spruzzo si leva più alto,

poi ricade con fragore
sulla roccia piatta.
Poi un altro, e un altro ancora.

Ma non quello.


Quello è passato, 

perduto per sempre.

Coltivo il ricordo,

lo annaffio ogni mattino
con il miele del rimpianto.
Colleziono oggetti
che nessuno cerca più,
mi balocco con pensieri
più leggeri dell’aria.
Quello spruzzo è stato ieri,
o mille anni fa.
Quando me ne accorgo
sono già oltre,
dall'altra parte dello specchio.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]


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