Sono
caduto su un mare di specchi
Tra
sorrisi di circostanza
Ed
attenzione agli schizzi
Tra
strette di mano sudate
E lingue affilate come lame.
Una
caduta rovinosa
Con
vetri in frantumi
Che
riflettevano all’infinito
La
mia immagine deformata.
Una
caduta fragorosa
Come
non avrei voluto
In
mezzo a una folla
Prima
attonita e poi seccata.
Spruzzi
in ogni canto
Acqua
e fango sulle vesti.
Inutili
le scuse e le frasi di rito
La
colpa ad altri o al fato
Le
promesse di riparare al danno procurato
Le
assicurazioni che in futuro mai
E più attenzione in caso che.
Sono
caduto in mare un giorno
Ed
al risveglio non ricordavo di avere sognato
Quando
mi sono alzato
Non
ero neppure bagnato.
[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]
Nessun commento:
Posta un commento