la notte che sovrasta il mondo; la notte che si dorme, e che si sogna, e che si muore; la notte che si guarda,
non ha nulla a che vedere con la notte.
Perché la notte solo si dà nella realtà vera, e non tutti la percepiscono.
È un bagliore provvidenziale che ti scuote, e che, nell'istante preciso, ti mostra uno spazio di mondo:
uno spazio, uno solo;
per abitare, per stare, per morire - lo spazio stesso del tuo corpo.
[Jaime Saenz: "Percorrere questa distanza"]
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