sabato 14 marzo 2015

Da in cima alle scale

Ovviamente 
quelli che stanno in cima alle scale 
loro sanno 
sanno tutto 

invece noi 
spazzini delle piazze 

ostaggi d’un futuro migliore 
ai quali quelli da in cima alle scale 
si mostrano di rado 
sempre con un dito sulle labbra 

noi siamo pazienti 
le nostre mogli rammendano le camicie della festa 
parliamo di razioni alimentari 
di calcio del prezzo delle scarpe 
e il sabato rovesciamo la testa all’indietro 
e beviamo 

non siamo di quelli 
che stringono i pugni 
scuotono le catene 
parlano e interrogano 
incitano alla rivolta 
febbrili 
di continuo parlano e interrogano 

questa è la loro favola – 
ci getteremo sulle scale 
e le conquisteremo d’assalto 
rotoleranno per i gradini 
le teste di quelli che stavano in cima 
e finalmente scorgeremo 
cosa si vede da quelle altezze 
quale avvenire 
quale vuoto 
 a noi non interessa lo spettacolo 
di teste che rotolano 
sappiamo con quanta facilità ricrescano le teste 
e sempre in cima ne resterà 
più d’uno 
e in basso un nereggiare di scope e badili 

talvolta sogniamo 
che quelli da in cima alle scale 
scenderanno in basso 
ossia da noi 
mentre mastichiamo il pane sul giornale 
e ci diranno 

– e ora parliamo 
da uomo a uomo 
non è vero ciò che gridano i manifesti 
portiamo la verità tra le labbra serrate 
è crudele e troppo pesante 
perciò la reggiamo da soli 
non siamo felici 
resteremmo volentieri 
qui 

si tratta ovviamente di sogni 
possono avverarsi 
oppure no 
continueremo quindi 
a coltivare il nostro quadrato di terra 
il nostro quadrato di pietra 

con la testa leggera 
una sigaretta dietro l’orecchio 
e senza una goccia di speranza nel cuore

[Zbigniew Herbert: "Rapporto dalla città assediata"]

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