I
Il Signor Cogito non si era mai fidato
dei trucchi dell'immaginazione
il piano sulla cima delle Alpi
suonava falsi concerti per lui
non apprezzava i labirinti
la Sfinge lo riempiva di disgusto
viveva in una casa senza cantine
senza specchi o dialettica
le giungle di immagini attorcigliate
non erano la sua patria
si innalzava di rado
sulle ali di una metafora
e quindi cadeva come Icaro
nell'abbraccio della Grande Madre
adorava le tautologie
la spiegazione
idem per idem
che un uccello è un uccello
schiavitù è schiavitù
un coltello è un coltello
la morte rimane morte
amava
l'orizzonte piatto
la linea diritta
l'attrazione terrestre
II
Il Signor Cogito sarà annoverato
tra le specie minori
accetterà indifferentemente il verdetto
dei futuri studiosi delle lettere
egli usava l'immaginazione
per scopi completamente diversi
voleva renderla
uno strumento di compassione
voleva capire fino in fondo
- la notte di Pascal
- la natura di un diamante
- la malinconia dei profeti
- l'ira di Achille
- la pazzia dell'assassino
- i sogni di Maria Stuarda
- la paura del Neanderthal
- la disperazione degli ultimi Aztechi
- le lunghe convulsioni di Nietzsche morente
- la gioia del pittore di Lascaux
- l'ascesa e la caduta di una quercia
- l'ascesa e la caduta di Roma
e così riportare ciò che è morto in vita
preservare il patto
l'immaginazione del Signor Cogito
ha il moto di un pendolo
oscilla con precisione
da sofferenza a sofferenza
non c'è posto in essa
per i fuochi artificali della poesia
lui vorrebbe rimanere fedele
all'incerta chiarezza.
[Zbigniew Herber: "Rapporto dalla città assediata"]
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