giovedì 19 marzo 2015

Sui trucchi dell'immaginazione


I

Il Signor Cogito non si era mai fidato
dei trucchi dell'immaginazione

il piano sulla cima delle Alpi
suonava falsi concerti per lui

non apprezzava i labirinti
la Sfinge lo riempiva di disgusto

viveva in una casa senza cantine
senza specchi o dialettica

le giungle di immagini attorcigliate
non erano la sua patria

si innalzava di rado
sulle ali di una metafora
e quindi cadeva come Icaro
nell'abbraccio della Grande Madre

adorava le tautologie
la spiegazione
idem per idem

che un uccello è un uccello
schiavitù è schiavitù
un coltello è un coltello
la morte rimane morte

amava
l'orizzonte piatto
la linea diritta
l'attrazione terrestre



II

Il Signor Cogito sarà annoverato
tra le specie minori

accetterà indifferentemente il verdetto
dei futuri studiosi delle lettere

egli usava l'immaginazione
per scopi completamente diversi

voleva renderla
uno strumento di compassione

voleva capire fino in fondo

- la notte di Pascal
- la natura di un diamante
- la malinconia dei profeti
- l'ira di Achille
- la pazzia dell'assassino
- i sogni di Maria Stuarda
- la paura del Neanderthal
- la disperazione degli ultimi Aztechi
- le lunghe convulsioni di Nietzsche morente
- la gioia del pittore di Lascaux
- l'ascesa e la caduta di una quercia
- l'ascesa e la caduta di Roma

e così riportare ciò che è morto in vita
preservare il patto

l'immaginazione del Signor Cogito
ha il moto di un pendolo

oscilla con precisione
da sofferenza a sofferenza

non c'è posto in essa
per i fuochi artificali della poesia

lui vorrebbe rimanere fedele
all'incerta chiarezza.

[Zbigniew Herber: "Rapporto dalla città assediata"]

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