sabato 5 dicembre 2020

Una tomba per Boris Davidovič – Danilo Kiš




«Credo che la letteratura debba correggere la storia: la Storia è generalità mentre la letteratura è concretezza. La Storia è numero, la letteratura è individualità»

 Partendo da questo assunto, Kiš mescola fiction e faction in un libro composto da sette racconti che costituiscono sette romanzi brevi, nel senso che ognuno di essi narra la biografia di un personaggio diverso ma che sono anche sette capitoli di una stessa storia (come indicato nel titolo), quella del fanatismo e delle sue conseguenze nefaste. 
Lo scopo di quest'opera – lo spiega l'autore stesso in quella straordinaria summa del suo pensiero che è Homo poeticus – è ragionare sull'epoca staliniana mescolando prove documentali e false fonti in modo da conferire più solidità alla narrazione e contemporaneamente dimostrare la superiorità della letteratura sulla realtà.
Lo stalinismo diventa così una scrofa che divora la propria prole e ideologismo, colpa, tradimento, rapporto vittima/carnefice sono i temi sui quali Kiš punta l'attenzione  ampliando il campo della riflessione alla multiforme natura dell'uomo, senza trascurarne dubbi, limiti e soprattutto contraddizioni.
Una tomba per Boris Davidovič  è un libro molto interessante anche stilisticamente: dall'uso borgesiano dei falsi documenti di cui si è detto, all'utilizzo di diversi piani narrativi all'interno dei singoli racconti, all'alternanza di descrizioni d'ambiente e narrazione che ricorda Pil'njak. 
Opera di indubbio spessore di uno degli intellettuali europei più importanti del secondo Novecento.

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