sabato 6 gennaio 2024

Il libro nero – Orhan Pamuk

 

Il libro nero – Orhan Pamuk
(trad. Şemsa Gezgin)
Einaudi editore 2007 – I ed. 1990


"Tutto sommato non c'è niente di sorprendente come la vita. Tranne lo scrivere.
Lo scrivere. Sì, certo, tranne lo scrivere, l'unica consolazione che abbiamo."

La trama è un pretesto, come si dice in questi casi. Il libro nero (ma meglio sarebbe dire "oscuro") è la storia di Galip che indaga prima sulla scomparsa della moglie Rüya e poi anche su quella di Celâl, il fratellastro di lei, vagando come un sonnambulo per una Istanbul misteriosa, sospesa in una nebbia che mescola presente e passato. La trama è, appunto, il pretesto utilizzato da Pamuk per imbastire una serie di travolgenti riflessioni che partono dal mistero dell'esistenza per allargarsi al tema dell'identità in un gioco borgesiano che ingloba, tra l'altro, il doppio (a iniziare dalla città stessa, che vive nell'Est guardando all'Ovest), in un gioco di specchi nel quale il protagonista, e noi con lui, si perde e si ritrova cambiato.
L'identità, un gigante dai piedi d'argilla che si sgretola non appena si gratta sotto la superficie e ci precipita in un abisso senza fondo. L'identità che non è quello che sembra, ma qualcosa di inafferrabile e in continua trasformazione, sospesa tra sogno e realtà, ricordo e presente, letteratura e vita vera. Lo sa bene Galip, che investigando su Rüya e Celâl finisce risucchiato all'interno del gioco, riuscendo a perdersi un po' di più ogni volta che crede di fare un passo nella direzione della verità per scoprire che il mistero, non la luce è il centro del mondo.
L'unico modo di essere se stesso è diventare un altro o perdersi nei racconti di un altro; e ognuno dei racconti che voglio raccogliere nel libro nero me ne ricorda un terzo e un quarto, esattamente come le nostre storie d'amore e i giardini dei ricordi che danno l'uno nell'altro.



 

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