domenica 11 settembre 2011

Lerici


Dire degli alberi che scodinzolano in rada
in bilico tra la voglia di strappare il guinzaglio
per rincorrersi ancora volta sull’azzurro del prato
e il dubbio che l’ultima corsa sia stata quella trascorsa
è dire di questi giorni sospesi
tra sogni appassiti e cose da fare.
Giorni di gente seduta ai tavolini dei bar
e già un po’ lontana,
gente che si guarda guardare
con occhi che non vedono più.
Valigie si chiudono
e mani si separano
sotto il sole stanco di giorni che sfuggono
e che nessuno cerca di fermare,
che non si può, o non si vuole,
che è già tempo di andare.
Giorni d’attesa,
di persone in fila ad aspettare,
giorni di cassetti vuoti
e di pensieri antichi,
di nuvole che passano incerte
e di macchine che accendono i motori
e partono
e vanno via.
Il prossimo anno, forse , torneranno.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

sabato 20 agosto 2011

Agosto

Agosto muta in Settembre
bruciando le pagine
e consumando i giorni.
L’estate pigra e lasciva
tradisce le attese,
scivola via indolente.
La luce prima esplode
poi si nasconde dietro le tende,
confonde il vero
inganna i sensi,
la vita breve delle foglie.
Il tempo sembra non passare
poi finisce all'improvviso,
senza avvertire.
Sembra quasi che...
e invece no.

L’estate,
che non mantiene le promesse.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

mercoledì 17 agosto 2011

Il sorriso ai piedi della scala


Questo noi siamo: nulla. Nulla e tutto, nessuno e ciascuno allo stesso tempo. Noi non applaudono, ma se stessi. Amico, fra un momento dovrò andare, ma prima lascia che ti dica una cosa, una cosetta che ho imparato da poco... Sii te stesso, soltanto te stesso: è una gran cosa. Ma come fare, come arrivarci? Ecco il lazzo, la piroetta più difficile di tutto il repertorio. Ed è difficile proprio perché non ci vuol niente. Non hai da cercar d'essere questo o quello, grande o piccolo, furbo o maldestro... mi senti? Fa' quello che ti capita. Fallo con buona grazia, s'intende. Perché non c'è nulla che abbia importanza. Nulla. Invece di risate e di applausi riceverai sorrisi. Piccoli sorrisi di compiacimento – e basta. Ma è tutto... e più di quanto si può chiedere. E' un mestieraccio sollevar la gente dl peso del fardello. Loro sono felici, dopo; ma tu? Tu sei più felice? Certo non ti devi mai far accorgere, per così dire. Devi fare in modo che non sappiano mai che piacere tu ne cavi. Se ti pescano, se scoprono il tuo segreto, sei perduto. Ti chiameranno egoista, dimenticheranno quello che hai fatto per loro. Puoi aver fatto tutto, tu, per loro – esserti letteralmente ammazzato di fatica, attaccato alla stanga – ma se sospettano che tu ne ricavi qualcosa per te, di darti una gioia che da te stesso non ti potresti procurare mai... 

[Henry Miller: "Il sorriso ai piedi della scala]

venerdì 12 agosto 2011

Rami nell'acqua



Un ramoscello che galleggia nel fiume. Lo osservo dall'alto, mentre la corrente se lo porta via. L'acqua è limpida, il fondale basso e sabbioso. Il ramoscello prende velocità, poi rallenta per la presenza di uno scoglio che affiora, sembra fermarsi, ma subito riesce a liberarsi. Riparte, lo perdo.
Getto un altro ramo nell’acqua, ne osservo la corsa. Seguo le curve che disegna, i giochi della corrente. Le analogie di percorso con il ramo che l’ha preceduto, i cambiamenti di rotta. E poi un altro ramo, e un altro ancora... Pezzi di legno portati via dal fiume, solo questo. 
Quando ero bambino potevo stare ad osservarli per ore, per pomeriggi interi diventavano tutto il mio mondo, non c'era altro di altrettanto interessante.
Felicità è recuperare un ricordo.

[Lars W. Vencelowe: "Pensieri, parole, opere ed omissioni"]