venerdì 29 marzo 2013
sabato 23 marzo 2013
Platone - Simposio
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(è) l'amor che move il sole e l'altre stelle
Dialogo platonico di bellezza ed importanza straordinarie. Una cena a casa di Agatone è il pretesto per parlare di Eros con ospite ed invitati che fanno a gara a tessere gli elogi della divinità, poi prende la parola Socrate e subito c'è uno scarto. Il suo modo di affrontare l'argomento è radicalmente diverso da quello di chi lo aveva preceduto, con la dialettica che gli è propria ci prende per mano e poco per volta ci fa entrare all'interno di un mondo che neppure immaginavamo esistesse. A sorpresa, però, a dirci la verità su Eros in un dialogo di soli uomini non sarà Socrate ma una donna, una veggente di nome Diotima, della quale il filosofo ateniese riferisce il pensiero.
Eros è un demone, una figura del mito a metà strada tra gli dei e gli uomini, un trait d'union tra i due mondi. Figlio di Poros (la strada, la ricerca) e di Penìa (la povertà) incarna le qualità dei genitori, per cui è povero e bisognoso, ma sempre in cerca di ciò che è bello e buono. Sospeso a metà tra la sapienza che hanno gli dei e l'ignoranza propria degli uomini, Eros è un filosofo, la cui aspirazione è creare bei discorsi che aiutino chi li ascolta ad elevarsi.
Ma Socrate non si ferma qui e ci illustra dettagliatamente anche il percorso di ascesi che Eros ci aiuta a compiere. L'osservazione di una persona bella è solo il punto di partenza, da qui si parte per osservare il bello anche negli altri e dalla conoscenza del bello si passa alle contemplazione della Bellezza in sé, che è la Bellezza dell'anima, la contemplazione della virtù più autentica.
Un'opera vertiginosa, dove letteratura, filosofia e poesia si fondono in una sintesi magnifica, un'opera d'arte che affronta con lucidità magistrale temi come il Bello, il Bene e la natura dell'uomo, che ci parla di archetipi qualche migliaio d'anni prima di Jung ed Hillman.
domenica 17 marzo 2013
venerdì 15 marzo 2013
la massima velocità possibile
Grecia papàki
La Grecia viaggia a quaranta all'ora
come un papàki sul lungomare.
La massima velocità possibile
coincide con la possibilità
dello sguardo innamorato:
di registrare, di saziarsi,
di ricordare. La luce nelle minime
sue inclinazioni, l’ondeggiare
del mare, la direzione del vento.
La Grecia e il suo passeggero
che la abbraccia, chiudono
gli occhi contemporaneamente:
non saprà mai che cosa fosse
lui per lei, e nemmeno lei
tutto quello che le deve.
Grazie alle basse velocità
la Grecia è il solo paese
dove il tramonto
verso Sùnio, o al ritorno,
può durare una vita intera.
[Sotiris Pastakas: "Il compagno di distanze" trad. M. Damaggio]
from: Rebstein
domenica 10 marzo 2013
Sherwood Anderson - Winesburg, Ohio
Libro importante per gli
amanti del racconto, imprescindibile per gli appassionati della sua
declinazione nordamericana.
Una raccolta del 1919,
fondamentale per la costruzione di quei binari sui quali correranno
Faulkner, Hemingway, Carver e nipotini, paragonabile per importanza
storica (e per certi versi superiore) a Flannery O' Connor, che pure
scrisse qualche decennio dopo.
Una Spoon River dei
vivi, si è scritto a proposito di Winesburg, Ohio, la
fotografia di un'età di passaggio scattata attraverso una serie di
ritratti di personaggi di una cittadina di provincia, con George
Willard, cronista dell'Winesburg Eagle, a fare da trait d'union tra
le varie storie. Sherwood Anderson passeggia tra le vite degli
abitanti di Winesburg con occhio attento e compassionevole
restituendoci un'umanità tragica ed impotente.
Sono persone dai desideri
sopiti, vite nelle quali ad un certo punto qualcosa si è spezzato.
Come il dottor Reefy con le sue palline di carta sulle quali annota i
pensieri (verità che costruisce e poi distrugge), come Elizabeth
Willard, che sogna di affidare al figlio il compito di realizzare
quello che per lei è rimasto inespresso (e che non sa neppure
definire bene cosa sia), come Jessie Bentley, un altro che cerca di
più, che avverte il disagio per i tempi che stanno cambiando e che
reagisce alla sua inadeguatezza con un comportamento da bipolare,
come Alice Hindman, novella Penelope che dapprima attende il ritorno
dell'uomo amato, poi aspetta l'idea del suo uomo ed infine non riesce
ad accettare l'idea di aver sprecato la sua vita, come Seth Richmond,
“il pensieroso”, che sente forte il bisogno di fare qualcosa ma
non sa cosa, come Elmer Cowley che vorrebbe dimostrare di non essere
“grullo”, ma non trova il coraggio di dirlo ed allora scappa, o
come Ray Pearson, il vecchio contadino che di colpo rifiuta la vita
che ha sempre fatto e vorrebbe correre dal giovane amico per
consigliarlo di non sposare la ragazza che ha “inguaiato”, ma poi
non ce la fa, non riesce a dirglielo.
Personaggi descritti con
pennellate sapienti, attraverso descrizioni, ma anche attraverso
gesti e comportamenti che li caratterizzano, persone che vorrebbero
dire o fare qualcosa, ma poi, per un motivo o per l'altro non ci
riescono.
“Volevo scappare da
tutto, - dice Elizabeth Willard - ma al tempo stesso correvo verso
qualcosa.”
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