giovedì 25 dicembre 2014
sabato 20 dicembre 2014
La normalità
La normalità non è che una corda da
funambolo tesa sull'abisso dell'anormalità.
(W. Gombrowicz - Ferdydurke)
sabato 13 dicembre 2014
John Banville - Il mare
Una casa di villeggiatura
al mare e i ricordi di Max Morden, storico dell'arte, recente vedovo,
voce narrante del romanzo.
Max Morden come Pierre
Bonnard, il grande pittore del quale sta scrivendo una monografia:
entrambi riservati, amanti dell'intimità, quasi ripiegati su se
stessi, accomunati dal dolore della perdita della donna amata alla
quale cercano di rimanere legati uno attraverso la pittura e l'altro
con la memoria.
Il bisogno di raccontare
il dolore, di recuperare il passato per non lasciarlo scivolare via.
Il ricordo dei sogni, delle potenzialità dell'infanzia, della
scoperta dell'amore accompagnata dall'esperienza della morte
(l'eterno abbraccio Eros/Thanatos) mescolato con la malinconia e la
disillusione del presente.
Fotografie del passato
che scorrono, una storia carica di emotività raccontata con una
scrittura forse un po' "datata" e un uso della metafora a
volte ridondante, che producono uno strano effetto, un'algida
eleganza che attrae e respinge alle stesso tempo (come l'onda del
mare?).
Etichette:
Banville,
letteratura irlandese,
letture
lunedì 1 dicembre 2014
domenica 23 novembre 2014
Paul Auster - Il taccuino rosso
Operazione commerciale,
rispettabile finché si vuole, ma che a me non piace.
Un libretto che si legge
in poco più di mezz'ora e si dimentica anche più velocemente.
La possibilità di
acquistare un autore famoso a un prezzo invitante è l'esca
utilizzata per ingolosire l'acquirente. Lo scopo dichiarato della
collana è quello di allargare la platea dei lettori proponendo
"assaggi" di scrittori importanti, quello reale
raggranellare qualche euro incuriosendo i non lettori e sollecitando
l'acquisto di impulso.
Visione cinica? Può
darsi, il fatto è che mi sembra tanto un'operazione tipo i-Tune
della narrativa, che offre la possibilità di scaricare un libro come
fosse una canzone. Letteratura pop? Lo ripeto, non mi piace.
Sarà che invecchio ma
per come la vedo io il libro non è un oggetto che deve essere
"fruito", "consumato", al momento. Un libro ha
bisogno di sedimentare, di rimanere dentro di me, di incontrarsi e a
volte scontrarsi con gli altri pensieri, di muovere le acque, di
provocare qualcosa che cambi o confermi quello che ero prima di
leggerlo, comunque deve aggiungere qualcosa, arricchire.
E questo vale, più o
meno, per ogni libro, anche e soprattutto per quelli che non mi sono
piaciuti perché anche quelli hanno fatto nascere delle domande,
hanno suscitato qualcosa.
Un'idea troppo romantica
della lettura? Può darsi.
Non è neppure questione di lunghezza, perché anche in cento pagine ci possono essere idee stimolanti, il punto è che ci deve essere almeno il libro perché - e qui abbandono l'involucro, il package (come si dice oggi), il simulacro (come mi verrebbe da dire parlando di certe operazioni) per arrivare alla sostanza - Il taccuino rosso altro non è che il copia e incolla di una parte di un'altra opera di Auster, Esperimento di verità, tredici "pensierini" di due o tre paginette l'uno su temi a lui cari, le coincidenze e le piccole fatalità della vita, affrontati così bene in altri volumi di sicuro spessore (penso alla Trilogia di New York e non solo) e che qui invece rimangono abortiti, lasciati desolatamente nudi e non sviluppati, abbandonate ad un veloce e malinconico oblio.
Non è neppure questione di lunghezza, perché anche in cento pagine ci possono essere idee stimolanti, il punto è che ci deve essere almeno il libro perché - e qui abbandono l'involucro, il package (come si dice oggi), il simulacro (come mi verrebbe da dire parlando di certe operazioni) per arrivare alla sostanza - Il taccuino rosso altro non è che il copia e incolla di una parte di un'altra opera di Auster, Esperimento di verità, tredici "pensierini" di due o tre paginette l'uno su temi a lui cari, le coincidenze e le piccole fatalità della vita, affrontati così bene in altri volumi di sicuro spessore (penso alla Trilogia di New York e non solo) e che qui invece rimangono abortiti, lasciati desolatamente nudi e non sviluppati, abbandonate ad un veloce e malinconico oblio.
Iscriviti a:
Post (Atom)