sabato 12 gennaio 2019

António Lobo Antunes – Arcipelago dell'insonnia



Con Arcipelago dell'insonnia Lobo Antunes si conferma ai vertici della letteratura contemporanea e la prosa originale con la quale sceglie di declinare l'arte del romanzo dimostra una volta di più quanta vitalità e potenzialità ci siano in questo genere narrativo.
Non si tratta di una lettura semplice: qui siamo al cospetto di un non allineato al pensiero unico, uno scrittore che ha un profondo rispetto per il ruolo attivo del lettore e che in virtù di ciò decide di non semplificargli il lavoro ma di chiedergli impegno e attenzione costanti. A cominciare dalla forma del romanzo e dall'uso personale delle strutture della frase: il punto compare solo a fine capitolo (mediamente dopo una novantina di pagine), c'è uno sfalsamento continuo delle voci e dei piani temporali, un alternarsi di prima e terza persona, discorsi interrotti a metà e parole che si sovrappongono ad altre cambiando il corso della narrazione… La sintassi risulta a tratti disarticolata perché mancano verbi, parole, connessioni, con il risultato che ci si trova davanti a frasi tronche che impediscono la piena comprensione ma lasciano intuire, immaginare.
La trama - la storia della famiglia portoghese al centro del romanzo - si svela così a brandelli, per frammenti, e mai completamente, questo perché Lobo Antunes non si propone di raccontare una storia in maniera classica, ma di dare al lettore un'atmosfera, come se volesse ricreare un ambiente simile a quella parte del cervello in cui riposano i ricordi, un calderone che ribolle in continuazione e dal quale pensieri, fatti e fantasie saltano fuori senza ordine, senza una regola precisa.
Arcipelago dell'insonnia è un grande romanzo corale, polifonico, che a tratti fa venire in mente L'urlo e il furore e a tratti Pedro Paramo, un libro abitato da "personaggi senza cornice" che vivono fuori dal tempo, con vivi e morti sospesi nella medesima dimensione. Un libro sulla memoria e sulla parola che tiene viva la memoria, perché è la parola che come una bacchetta magica nomina oggetti, persone, animali, gesti, odori e così li fa rivivere nel ricordo.

sabato 5 gennaio 2019

Best book award 2018


Tradizionale appuntamento con la classifica delle letture dell'anno.
La giuria composta da Héctor Genta, Lars Vencelowe, Xenia Dubinina, S.A. Samoilov ed io, ha valutato 68 tra romanzi e raccolte poetiche con voto da 1 a 10. Oltre ai grandi classici (H. Broch su tutti) si segnalano le opere di Lobo Antunes e Tokarczuk ma a vincere è Tom McCarthy per la valutazione molto alta dei suoi quattro romanzi (due hanno ottenuto 50 punti, uno 49 e uno 43).


Déjà vu: il romanzo dei ricordi perduti (Tom McCarthy) 50
La morte di Virgilio (Hermann Broch) 50
Satin Island (Tom McCarthy) 50
L'urlo e il furore (William Faulkner) 50
Assalonne, Assalonne! (William Faulkner) 50
Rayuela. Il gioco del mondo (Julio Cortázar) 50
Arcipelago dell'insonnia (António Lobo Antunes) 50
La furia del mondo (Cesare De Marchi) 50
Accadimenti nell’irrealtà immediata (Max Blecher) 50
Casa di giorno, casa di notte (Olga Tokarczuk) 50
I lanciafiamme (Roberto Arlt) 50
Cosa diremo agli angeli (Franco Stelzer) 50

Meridiano di sangue (Cormac McCarthy) 49
C (Tom McCarthy) 49
L'armadio segreto (Marina Cvetaeva) 49
Quasi leggera morte: Ottave (Osip Ėmil'evič Mandel'štam) 48
Nella colonia penale (Franz Kafka) 48
Trittico dell'infamia (Pablo Montoya) 48
Bambini bonsai (Paolo Zanotti) 48
L’anno nudo (Boris Andreevič Pil'njak) 47
L’ospite d’onore (Joy Williams) 47
Bussola (Mathias Énard) 47
Eravamo dei grandissimi (Clemens Meyer) 47
Il ritorno dell’huligano (Norman Manea) 47
Tutto quello che è un uomo (David Szalay) 47
Il giocattolo rabbioso (Roberto Arlt) 47
Lo scrittore e i suoi fantasmi (Ernesto Sabato) 47
I racconti della Kolyma (Varlam Tichonovič Šalamov) 47
Timidezza e dignità (Dag Solstad) 47
Inghiottita (Réjean Ducharme) 47
Non è un paese per vecchi (Cormac McCarthy) 47
Poema senza eroe e altre poesie (Anna Andreevna Achmatova) 46
Quaderni di Voronež (Osip Ėmil'evič Mandel'štam) 45
Strade di notte (Gajto Gazdanov) 44
La mite. Il sogno di un uomo ridicolo (Fëdor Michajlovič Dostoevskij) 44
Troppi paradisi (Walter Siti) 44
Il punto (David Means) 44
Lezioni di ballo per anziani e progrediti (Bohumil Hrabal) 43
Uomini nello spazio (Tom McCarthy) 43
La notte del professor Andersen (Dag Solstad) 43
La cantatrice calva (Eugène Ionesco) 43
Tynset (Wolfgang Hildesheimer) 43
Chi ti credi di essere (Alice Munro) 43
Storia di un uomo inutile (Maksim Gor'kij) 42
Una famiglia decaduta (Nikolaj Semënovič Leskov) 42
Il demone meschino (Fëdor Sologub) 41
Melancholia (Jon Fosse) 41
Ipotesi di un sconfitta (Giorgio Falco) 41
Lettere alla signora Z. (Kazimierz Brandys) 40
Acqueforti di Buenos Aires (Roberto Arlt) 39
Romanzo 11, libro 18 (Dag Solstad) 39
L’animale femmina (Emanuela Canepa) 39
Verso Occidente l’impero dirige il suo corso (David Foster Wallace) 39
Gli animali che amiamo (Antoine Volodine) 37
La pioggia gialla (Julio Llamazares) 37
Elogio dell’ombra (Jorge Luis Borges) 36
Matematici nel sole (Franco Stelzer) 36
Gerusalemme (Gonçalo M. Tavares) 35
Il libro del mare (Morten A. Strøksnes) 35
Lo scrittore fulminato (César Aira) 35
Scrittore fallito (Roberto Arlt) 34
Tra Mosca e Petuski (Venedikt Vasil'evič Erofeev) 34
E tutto divenne luna (Georgi Gospodinov) 33
L'alcol e la nostalgia (Mathias Énard) 32
Il secondo libro dell’inquietudine (Fernando Pessoa) 28
La scure (Mihail Sadoveanu) 27
Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (Olga Tokarzuk) 26
Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social (Jaron Lanier) 25


The winner is...
Déjà vu: il romanzo dei ricordi perduti (Tom McCarthy)

sabato 22 dicembre 2018

Pablo Montoya – Trittico dell'infamia



L'Arte non salverà il mondo

Con Trittico dell'infamia Montoya ci offre una convincente rivisitazione del romanzo storico: scrittura elegante, trama raffinata, accurata ricerca delle fonti per un libro costituito da tre parti in ognuna delle quali una voce diversa narra episodi delle stragi che incendiarono il XVI secolo. Nella prima, scritta in terza persona e incentrata sulla figura del pittore Le Moyne, è descritto l'eccidio  dei coloni francesi e dei nativi della Florida commesso dai soldati spagnoli, nella seconda è François Dubois, un altro pittore francese, ad illustrare in prima persona il massacro dei protestanti parigini nella notte di San Bartolomeo, mentre nella terza si alternano le voci del pittore de Bry e quella dell'autore stesso per dar conto dello sterminio delle popolazioni indigene di Centro e Sudamerica.
Gli eccidi commessi nel Cinquecento per ragioni politiche e religiose sono al centro di questo libro ma l'intento di Montoya non si ferma certo al cronachismo condito da qualche giudizio morale ma sembra piuttosto interessato al ruolo dell'artista davanti alle aberrazioni commesse dell'uomo: un ruolo di testimonianza, come affermato dallo stesso scrittore colombiano nel discorso pronunciato nel 2015 al ricevimento del premio Rómulo Gallegos, la constatazione dell'impotenza dell'uomo davanti alla storia ma al tempo stesso la necessità che l'artista si faccia carico di illuminare  le nebbie che ci circondano. Se la storia è destinata a ripetersi e la coazione al male non può essere evitata dall'artista, egli può almeno rappresentarlo, evidenziarlo. Forse se la parola non può cambiare il corso delle cose può almeno esercitare un potere riparatore. L'Arte non salverà il mondo ma forse potrà contribuire a migliorarlo.